Olanda, gennaio 2016
Sbarre divelte… e per un momento si stabilisce una diversa gerarchia. È avvenuto durante il trasporto da uno zoo all’altro.
Olanda, gennaio 2016
Sbarre divelte… e per un momento si stabilisce una diversa gerarchia. È avvenuto durante il trasporto da uno zoo all’altro.
Oristano, 7 febbraio 2016

Continuano a chiamarli “incidenti”, continuano a sminuire e svilire le ragioni di chi esprime (“Ha manifestato un certo nervosismo, impennando…”) la sua chiara volontà. Balza agli occhi l’intento di occultare e misinterpretare le sempre puntuali resistenze di chi, trascinato a forza, contro la propria volontà, avrebbe di certo scelto di trovarsi altrove.
Provocare paura, scatenare rabbia e disperazione, ed avere il coraggio di parlare di “incidente”.

(Fonte: www.linkoristano.it)
Thailandia,2 febbraio 2016

E’stato sbalzato via dal baldacchino ed è morto. Finisce così la vacanza di un turista scozzese in vacanza a Koh Samui.
Il tragico evento riapre la protesta contro lo sfruttamento degli animali in Thailandia, un paese la cui industria del turismo conta moltissimo sul commercio e sullo sfruttamento degli animali, specie elefanti, tigri e scimmie.
Stavolta il gigantesco elefante ribelle è stato definito “horny meat” (carne eccitata) dai guardiani, che tentano di disconoscere e minimizzare la ribellione di Golf- questo il nome dell’elefante- riconducendola ad uno stato di eccitazione ormonale.
Ma torna sui media l’attenzione sull’ addestramento riservato a questi possenti animali, strappati da piccoli alle madri e piegati all’obbedienza tramite pratiche coercitive crudelissime e che trascorrono il tempo legati a catena. E la protesta delle associazioni animaliste torna a farsi più forte.
In particolare Il Guardian invita i turisti a non rendersi complici di pratiche di violenza quali il trekking sugli elefanti, l’assistere agli spettacoli con le scimmie e l’orrenda abitudine di scattare foto con tigri e cuccioli costretti alla prigionia negli zoo.
Il video denuncia della PETA
( Fonte: www.theguardian.com )
Uccisi perché inutili per le fabbriche di latte: la strage dei bufalini
«Tommaso — racconta ancora Marcello — amava gli animali, e non sopportava che i bufali maschi venissero abbandonati a morire nelle fosse perché ritenuti inutili per la filiera produttiva. Per questo li salvava e li portava a vivere nella Reggia». ilmanifesto.info
Bovolenta (PD), luglio 2009
Mentre lo stavano trascinando al macello, un bufalo è riuscito a liberarsi. Ha galoppato per due chilometri ed ha trovato rifugio nei campi. L’hanno inseguito a cavallo: prigionieri per catturare un altro prigioniero. Quando l’hanno preso al lazo, per il terrore e lo sforzo s’è accasciato al suolo.
QUI l’articolo (fonte:Corriere del Veneto)
Francia, gennaio 2016
Costrett* ad ‘abitare’ un non-luogo, sospesi a poca distanza dalla meta. La loro corsa bloccata sul finale con violenza e per insensata, inaccettabile prevaricazione. Ma loro non mollano, salgono su tir e container, passano a piedi l’eurotunnel… resistono.
Bigarello (MN), 30 gennaio 2016
Sembra di sentirne il galoppo possente e finalmente sfrenato…
Trovato un varco nella recinzione, in 54 sono riusciti a fuggire nelle campagne circostanti.
Borgoricco (PD), 22 gennaio 2016
” … fino a non molto tempo fa, erano considerati incapaci di fornire delle vere e proprie risposte a ciò che influenzava e interferiva con le loro vite e quindi di ribellarsi o di opporre resistenza allo sfruttamento umano. Gli spedisti, infatti, hanno sempre trattato gli animali alla stregua di macchine istintuali funzionanti sulla base di attività riflesse. Anche i primi antispecisti però non hanno potuto cogliere il significato più profondo della rivolta e della resistenza animale dal momento che li hanno sempre visti come protagonisti passivi di quanto accade loro (…) Più recentemente, il sorgere ed il progressivo consolidarsi di un pensiero liberazionista che si è smarcato dal cripto-antropocentrismo e dal paternalismo del primo antispecismo, ha decisamente modificato il punto di vista con cui interpretare questi fenomeni, non più relegati nella sfera di un’aneddotica più o meno bizzarra comunque priva di significato sociale e politico, ma considerati come aspetti rilevanti per comprendere appieno la storia attraverso cui si è venuta strutturando l’attuale condizione di sfruttamento sistemico degli animali e per dare nuovo corso alla lotta per la liberazione.” M. Filippi e F. Trasatti, Crimini in tempo di pace, eleuthera, 2013
Un giovane manzo è riuscito a sfuggire alle mani degli operai che lo trascinavano al macello. Dopo una corsa disperata è stato ripreso.
Semiago di Casina (RE), 26 gennaio 2016
Ci sono voluti quei dardi di anestetico conficcati nel corpo per riuscire a vincere la sua resistenza. “Caccia grossa”, scrivono, per riuscire a sottomettere di nuovo questa mucca che si era ripresa un pezzetto di mondo e riportarla dove non voleva stare.
La notizia (Reggio report.it)
Vich (Svizzera), 26 gennaio 2016

Sigui si è ribellata e martedi 26 gennaio è fuggita dal mattatoio di Vich nella regione di La Cote, in Svizzera. Si è ritrovata in strada e ha tenuto testa per due ore al tentativo di cattura finchè è stata sedata con un dardo anestetico. La coraggiosa mucca non potrà sfuggire al suo triste destino nonostante il forte sostegno popolare che, attraverso il giornale e i social, chiedeva di risparmiarla.
“Non posso fare altrimenti -dice l’allevatore-vivo di questo e dovete capirlo, anch’io nutro dei sentimenti per questi animali”
Ormai è stata venduta e non si torna indietro. Indicata nei modi più dispregiativi del caso e definita anche animale non facile non ha ricevuto la grazia.
Il nome Sigui le è stato dato dalla redazione del giornale che ha seguito questo caso dopo che il giornalista Sigfredo Haro, che andava in giro a fare foto e domande, è stato insultato e picchiato.
Sigui vivrà solo due giorni in più del previsto per via dell’anestetico da smaltire e per il fatto che è troppo stressata.
Eh si, bisogna rispondere a specifici requisiti prima di essere risvegliati e ammazzati. Ingiustizia, Crudeltà e Infamità sono i componenti di un mortale cocktail che si chiama Schiavitù.
(Fonte: www.lacote.ch )