Gustavo e i suoi fratelli

Riceviamo da LiberiTutti e pubblichiamo questa storia di tre tacchini che si sono liberati dal mattatoio.

Quelli nelle foto sono Gustavo e suoi due fratelli che si sono AUTOLIBERATI da un camion che li trasportava al macello.

Gli animali fanno quello che possono per salvarsi, anche se a volte non ce ne rendiamo conto…ecco la storia di come sono arrivati a noi:
Una nostra amica ha saputo di alcuni tacchini scappati da un camion, e ha scoperto che l’allevatore non voleva ucciderli perché non aveva posto in congelatore, e non poteva tenerli vivi a causa dei cicli che hanno gli allevamenti di tacchini.
In pratica, succede che si prende un capannone vuoto e lo si riempie di pulcini che vengono fatti ingrassare fino al momento del macello; durante questo tempo il capannone non viene pulito, quindi gli animali vivono tutta a loro vita in mezzo ai loro escrementi, ai morti etc….
Quando arriva il momento si trasportano tutti gli animali al macello, il capannone viene pulito e deve rimanere vuoto per un certo periodo… poi tutto ricomincia…
Per questo il buon contadino ci ha dato i tacchini.
La ragazza che è andata a prenderli sostiene che non potrà mai e poi mai dimentiare l’odore di ammoniaca che c’era dentro l’allevamento ormai vuoto da giorni, il bruciore agli occhi che le annebbiava la vista, la quantità enorme di escrementi su cui ha camminato per raggiungere i tre animali salvati. E loro vivono così per tutta la loro vita, non conoscono altro.

In questo momento due tacchini stanno facendo una cura anitbiotica: viste le loro precarie condizioni di salute dovute alla detenzione forzata hanno preso un virus e temiamo complicazioni batteriche secondarie.

Ci teniamo a sottolineare che sono servite solo le doti oratorie e la pazienza della nostra amica per convincerlo, gli animali non sono stati pagati. Gli animali non si comprano.

LiberiTutti

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“Curioso” quanto sia difficile domare una resistenza

Fiesso (Ve), 19 settembre 2017

Ha strappato la catena, saltato la recinzione della sua prigione, ha corso, ha caricato. “Curiosa” davvero questa vicenda… “curioso” quanta forza possa esplodere di fronte ad una corda pronta a riannodare, a trascinare, a rinchiudere… “Curioso” quanto sia difficile placare chi lotta e resiste.

QUI  la notizia (nuovavenezia.gelocal.it)

 

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Incontri ravvicinati

Bari, 28 settembre 2017 .

Cinghiali in città.

Qualcuno ci guarda dritto in faccia e noi ancora non lo vediamo.

Articolo e video qui
(Fonte: www.video.repubblica.it)

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Fuga notturna dal maneggio

Roma, 30 settembre 2017

Gli out- sider, cioè gli animali bizzarri, gli animali ribelli, devono  essere rappresentati sempre in opposizione a chi protegge la comunità, forze dell’ordine in primis. In questo modo si alimenta la  differenziazione tra i cittadini (bianchi, umani, occidentali) e gli alieni rappresentati dagli animali, ma anche dai migranti, dai folli, dai rom, dai senza fissa dimora. Una differenziazione  necessaria sia alla gerarchia del lavoro ma anche per definire il “Primato dell’Uomo”, quello con  la U maiuscola, rispetto a quei corpi  sporchi e stranieri che minacciano di attraversare la frontiera che definisce il “corpo pulito del soggetto bianco”. ( cit. da  Animali in rivolta di S. Colling)

Articolo qui

(Fonte: www.roma.repubblica.it)

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Un diciottenne fugge da un centro di “igiene mentale”

San Benedetto del Tronto, 29 settembre 2017

Quando si usano parole come “fuggire -intercettazione-accertamento obbligatorio” qualcosa non quadra nell’ipotetico contesto di una ” libertà” terapeutica nei centri aperti (?) di salute mentale con i relativi accertamenti (obbligatori) del caso.

”  Invero non c’è da aspettarsi molto da chi per circa 30 anni non si è avveduto che i reparti psichiatrici negli ospedali civili, istituiti con la legge 180, non erano (e non sono) altro che mini-manicomi e che, ancora oggi, non sembra avvertire tutta la portata liberticida insita nell’istituto del TSO (Trattamento sanitario obbligatorio), istituito dalla stessa legge, così come nei servizi psichiatrici aperti 24 ore che, nei fatti, sostituiscono e riattualizzano il controllo totale dell’istituzione manicomiale sugli individui.”G.Bucalo

Articolo

(Fonte:www.m.lanuovariviera.it)

 

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Au hasard..

Nichelino (TO), 26 settembre 2017

Evade da un allevamento recintato per scrollarsi di dosso tutta la pesantezza del mondo.

“E, allora avevo l’impressione come se una voce mi chiamasse lontano, e che se fossi andato sempre dritto, sempre, sempre, fino ad arrivare a quella linea dove cielo e terra si incontrano, allora avrei trovato la soluzione dell’enigma che mi angosciava, la visione di un’altra esistenza, mille volte più viva …”

Da L’idiota di Dostoevskij

Articolo da www.lastampa.it

 

 

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Otto colpi dalla mitraglietta d’ordinanza

Da un articolo del 1990, una storia di resistenza.

Un toro cerca di fuggire dal mattatoio, la polizia lo “abbatte”: “otto colpi esplosi dalla mitraglietta d’ordinanza caricata a colpo singolo e il toro è crollato a terra”.

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..come per essere più vicina al sole

Melbourne, 21 settembre 2017

Una mucca cerca di scappare dal camion della morte, infilando le zampe nella parte superiore del veicolo. Penzola in avanti e cerca di spingersi fuori. Supera illesa una barriera segnaletica che le sfiora il capo.. meno male perché gli automobilisti si stavano proprio divertendo a vedere un animale disperato ribellarsi alla morte.

Per chi guarda senza vedere quello è un animale “confuso”, e la scena è divertente. Si suppone che l’animale sia arrivato in salute a destinazione, sicuramente un macello,  e il filmato, secondo il giornalista, ha immortalato “adorabili momenti”.

Video e articolo qui

(Fonte: www.dailymail.co.uk)

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Si presenta l’occasione e il cavallo (o la cavalla?) tenta la fuga.

Lucca, 13 settembre 2017

https://youtu.be/F0bDCCubrvk

Si tratta di un cavallo color palomino, praticamente identico a quello che si commerciava per la Barbie e disegnato di solito nella favola di Cenerentola…sicuramente una scelta “evocativa” per un cavallo da attaccare ad una carrozza turistica.

Particolare anche che il conducente sia una conducente, che il cocchiere sia una donna causando un pasticcio linguistico all’autore dell’articolo che fa un casino pazzesco e ridicolo tra una parola che sembra costituzionalmente maschile (cocchiere, cioè l’uomo che conduce il trasporto trainato da cavalli) ed il fatto che invece qui la guidatrice sia donna.

Volendo usare per forza la parola cocchiere, e come no, con un cavallo così da “favola”, si incarta in un linguaggio che denota ancora di più il sessismo della nostra lingua, della nostra mentalità, delle nostre tradizioni e quella equestre è proprio emblematica,  perché legata a filo doppio al potere.

Nell’articolo e nel video ci si sofferma su tutto: le strade che ha imboccato il cavallo, il cantiere dei Rolling Stones, la disabilità della turista, ma non una parola sul cavallo, che non ha diritto a nessuna individualità e soggettività se non quel vecchio e improprio termine “imbizzarrito”.

E chissà invece che anche il cavallo…non sia in realtà una cavalla.

Ma all’autore dell’articolo è meglio non farlo notare, si incasinerebbe oltre ogni immaginazione.

(Fonte e articolo su www.noitv.it)

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“Animali in rivolta”, Sarat Colling: il primo libro sulla resistenza animale in italiano

Sarat Colling - Animali in rivolta

Il primo libro in italiano sulla resistenza animale uscirà a ottobre:

Sarat Colling, Animali in rivolta. Confini resistenza e solidarietà umana, a cura di feminoska e Marco Reggio (Mimesis edizioni, 180 pagine, 14 euro)

Il libro verrà presentato e sarà disponibile in anteprima domenica 17 settembre, ore 16, a Macao, Milano, durante la Festa Antispecista.

 

Nel 2000, mentre veniva condotta al mattatoio di Brooklyn, una mucca scappò per salvarsi la vita. La fuga andò a buon fine. Anche se era previsto che Queenie, come fu poi ribattezzata,
dovesse essere riportata al macello, lo sdegno sollevato attorno al caso prevalse, risparmiando alla bestia un terribile destino. Sarat Colling prende in esame le vicende degli animali fuggiti
dai macelli e analizza l’impatto che queste storie hanno avuto sull’opinione pubblica. Obiettivo della ricerca è quello di comprendere le forme di resistenza degli animali e il ruolo delle loro storie nella messa in discussione delle modalità con cui gli umani, e in particolare i consumatori, prendono le distanze dalla violenza delle imprese zootecniche. Nel volume sono riportate sei
storie che consentono di esaminare in maniera approfondita i casi di fuga animale occorsi nello stato di New York. L’indagine si colloca nel campo interdisciplinare dei critical animal studies e
attinge alle più recenti teorie elaborate dalla geografia animale, dai femminismi transnazionali e dall’analisi critica del discorso. Questo contributo affronta nello specifico la resistenza degli
animali allevati e mette a confronto le esperienze e le rappresentazioni di tale resistenza sia da una “prospettiva dal basso”, acquisita tramite chi si prende cura degli animali, sia da una
“prospettiva dall’alto”, che traspare dalle raffigurazioni presenti nei principali mass media influenzati dalle multinazionali.

Sarat Colling é laureata in sociologia critica alla Brock University. I suoi interessi abbracciano il campo degli animal studies e del femminismo transnazionale. Tra le sue pubblicazioni: Love and Liberation (2012).

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