Pazzo è chi si adatta

Imola, dicembre 2015

“Per fortuna, il cavallo “pazzo” non ha ferito nessuna persona e ha creato danni solamente ad alcune auto in sosta nella zona.”
Etichettare come “pazzi” tutti coloro che non si “adattano” ad un sistema che li vuole mesti, prevedibili e sfruttabili, chi resiste e si ribella, non ribalterà la verità. La vera follia è l’adattamento che ci porta ad avere una visione distorta della realtà.

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(Fonte: www.leggilanotizia.it)

 

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Quasi amiche, oltre la specie.

Safari  Park- Primorsky Krai, novembre 2015

Una capra viene messa come “pasto” all’interno del recinto della tigre siberiana. Ma quello che succede sovverte ogni previsione.  La storia che ci raccontano i  due animali non riguarda il nostro o il loro passato fatto di gerarchie,  pregiudizi, categorie. Quella tigre e quella capra ci stanno parlando del futuro.

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(Fonte: www.greenstyle.it)

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La fiera resistenza di un bufalo

Chifuti Safari- Zimbabwe, giugno 2012

Dopo tre giorni di inseguimento un bufalo, già ferito durante un  “safari di caccia” in una riserva africana dello Zimbabwe, è stato ucciso.  Ma prima di essere finito ha ucciso, a sua volta, il cacciatore che lo inseguiva. Lo ha letteralmente sollevato da terra spezzandogli il collo.

L’esperto e famoso  cacciatore nonchè guida per battute di caccia nella riserva per turisti  ricchi provenienti da altre regioni e paesi  viene descritto come una persona molto gentile e piena di attenzioni, uno che ” aveva lavorato sodo”.

Non è così invece per il bufalo, un esemplare particolarmente grande. Per lui nessun compianto.

La sua specie  è soprannominata “widow-maker” (fabbricante di vedove) per sottolinearne la pericolosità viste le grosse dimensioni e il carattere fiero. Quindi nessun dubbio. Doveva essere ucciso. Nessun imbarazzo,  dunque, nell’organizzare inseguimenti  omicidi a pagamento.

Due pesi e due misure  per una tragedia.

Questa volta il bufalo, pur ferito e agonizzante, ha restituito il favore prima di morire.

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(Fonte: www.telegraph.co.uk )

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Quei confini di filo spinato

Croazia, dicembre 2015

Filo spinato che strappa, ferisce, blocca, separa, uccide. Rotte migratorie che  si interrompono, passaggi naturali  che si ostruiscono,  speranze di fuga che si infrangono.  L’assurda invenzione del filo spinato come barriera fisica ma soprattutto mentale.

Il filo spinato “impedisce che sboccino i fiori”.

Filo spinato“una poesia di Peter, bambino ebreo ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin

Su un acceso rosso tramonto,
sotto gl’ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
ieri i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
E’ il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.
—————————————–
(Fonte: www.prijatelji-zivotinja.hr)
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Piume ribelli a Siracusa

Siracusa, dicembre 2015

https://youtu.be/jg7udwP0NsE

Un gallo che scappa e il solito inseguimento, il solito allestimento dell’ennesimo, ridicolo spettacolino. In questo filmato i ruoli sono molto chiari. Abbiamo un individuo disperato che cerca una via d’uscita, che fugge da una reclusione forzata e perpetua, che comunica l’orrore della sua situazione in modo inequivocabile. E poi abbiamo gli inseguitori, quelli che, nella gabbia, ce lo vogliono rimettere.

Sbattuto negli angoli e contro i muri, accerchiato, in preda al panico, privato di quelle naturali risorse fisiche che gli consentirebbero di spiccare un volo sufficiente per mettersi in salvo, catapultato in una situazione per lui minacciosa, estranea, spaventosa, fatta di asfalto e automobili, il gallo riesce comunque a sgusciar via, ad evitare più volte e per lungo tempo l’inevitabile cattura. Gli inseguitori, che aumentano a vista d’occhio, non gli danno tregua. Ma gli inseguitori non sono solo i proprietari, vengono reclutati tra i passanti, sempre più persone si uniscono all’orda feroce, volgare, famelica che vuol riportare tutto al proprio posto, che non sopporta quell’attimo di libertà fuori dagli schemi rigidamente prestabiliti.

Ma questa nostra interpretazione, così diversa dagli intenti di chi ha diretto il filmato, eppure così evidente rispetto ad una realtà che si ripete cinica e squallida, orribile e misera, viene negata e annegata tra le risate generali, viene raccontata con la leggerezza popolana delle vecchie tradizioni: un po’ di dialetto in sottofondo, qualche anziano che spicca il balzo per prendere il gallo, musichette divertenti, commenti ilari e il gioco è fatto!

Perchè se i ruoli fossero normalmente definiti, in fondo, qualche speranza rimarrebbe. La possibilità di sentire la disperazione di chi fugge, l’opportunità di percepirne le ragioni e il messaggio, per quanto così fievoli in un mondo normalizzato sul dominio, resterebbero. E invece si gioca sporco, sempre più sporco. Il senso del ridicolo viene montato ad arte. Senza più neanche la necessità di calcoli sottili né di ragionamenti d’alta strategia repressiva, viene proprio spontaneo imbastire lo spettacolo, costruire la gag che permettterà alla risata di censurare e soffocare sul nascere la normale compassione. Il livello raggiunto in questo filmato sfiora il cinismo demenziale, arriva a servirsi di musichette tradizionali, ma anche di canzoni per bambini. Già, i bambini e le bambine, un filmato così “ben fatto” che strapperebbe una risata anche a loro.

Troglodita Tribe

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Cornette

Ambert (Francia), giugno 2015

Evade dal mattatoio. Solidale con la sua rivendicazione di libertà, un’associazione animalista interviene. Nessun vivente tuttavia dev’essere acquistato, e in nessun modo sfruttato, se non si vuole avvalorare la tesi della sua possibile reificazione.

La storia di Cornette (20minutes.fr)

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Carne da macello?

Montebelluna (Tv), dicembre 2015

Corpi trasportati contro la loro volontà. Strade che li portano all’annientamento della loro volontà. Questa mucca, come tanti altri viventi trascinati in un vortice perverso che nega loro vita e libertà, ha cercato di resistere.

QUI la notizia (ilgazzettino.it)

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Cerca ogni giorno di fermarlo

Sarsi, India, novembre 2015

Quattro anni fa suo figlio fu investito proprio da questo bus. Da allora, quasi ogni giorno, lei va a cercare di fermarlo.

Ogni vivente ha il proprio irripetibile modo di essere nel mondo, di gioire e di reagire al dolore.

 

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Come domare con l’elettricità

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Tragica ribellione di un cucciolo

Lentate sul Seveso, settembre 2015

Dalla fiera dov’era in esposizione alle acque del fossato. Così si è consumata la sua brevissima vita.

A decine per cercare di ‘salvarlo’…

QUI la notizia (ilcittadinomb.it)

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