Reclusi che uccidono

Civitella Roveto (AQ), gennaio 2016

All’improvviso ci sono note acutissime di dolore e poi macigni di silenzio. Ci sono lutti che i singoli e la collettività possono vivere e morti che invece sono l’unico obiettivo già prima della nascita forzata. Viventi che non possono che essere frustrat* dalla loro esistenza reclusa scalciano, incornano, calpestano… i corpi reagiscono con violenza improvvisa. Ma non inaspettata. Chi fabbrica carne, latte e infiniti scarti comunque da usare fino all’ultimo pezzetto d’unghia lo sa meglio degli altri che i corpi vivi non si arrendono mai. E che, se si abbassa la guardia, è la fine.

QUI la notizia

QUI di un altro ferimento mortale

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