Vitello in fuga. Storia senza lieto fine

Texas, 2 febbraio 2017

L’articolo è terribile ed emblematico.

Il vitello scappa dal mattatoio.

Si dà alla fuga per le strade della cittadina di Weatherford, Texas.

Corre e corre, per ben due ore, inseguito dalla polizia, braccato, terrorizzato.

In mezzo ad automobili, al clangore del traffico.

Corre e corre per la sua vita.

In un  mondo a lui estraneo ed ostile.

Fin quando il lazo lo ferma.

Viene atterrato, catturato.

Ricondotto al mattatoio.

Ma, ci ride su l’articolista, non verrà per ora ammazzato.

Se ne va in vacanza in un ranch.

Troppo stressato per essere macellato, dovrà prima “riprendersi”.

QUI l’articolo (www.nbcdfw.com)

Pubblicato in 1 - storie di rivolta, 2 - allevamenti e macelli, 7 - evasioni | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Vitello in fuga. Storia senza lieto fine

La resistenza aleggia ovunque

PICCOLE STORIE DI EVASIONI ANIMALI

Pare che negli Stati Uniti d’America gli animali siano diventati più furbi, oppure che le misure di carcerazione progettate negli zoo abbiano delle falle clamorose.

Dopo la fuga di Sunny, la panda rossa, in cattività presso lo zoo della Virginia con sede a Norfolk, lunedì scorso – il 30 gennaio – è fuggita Ollie, una lince rossa, dallo Smithsonian’s National Zoo di Washington.

Peccato che la fuga sia durata solo tre giorni e la lince nata allo stato selvatico non sia riuscita a superare l’area dello zoo nazionale, una vera istituzione negli Stati Uniti. Anche in questo caso di evasione, la giustificazione dei vertici dell’impianto di “conservazione” è stata bizzarra. In breve, Ollie avrebbe un gran caratteraccio. Gli interessati dello zoo pensavano che la burbera lince avesse raggiunto il Rock Creek Park e nel frattempo avevano interrotto le ricerche. Dopodiché è stata ingabbiata, con tanto di foto.

http://www.huffingtonpost.com/…/escaped-dc-bobcat_us_5891ee…

Tuttavia, proprio oggi, il primo giorno di febbraio, ci pensa il gufo Oscar a far parlare di sé gli zoologi conservazionisti. E’ scappato dallo zoo di Adelaide, in Australia, addirittura durante uno show di volo “libero” (libero, si fa per dire). Oscar, è stato deportato da poco tempo dalle foreste pluviali del nord del Queensland, distanti quasi 2700 km. Anche nel caso di Oscar la motivazione del tecnico dello zoo di Adelaide è grottesca: “Ha avuto un po’ di paura. E’ un uccello molto maldestro”, ha affermato Nicholas Bishop che si qualifica come “nature theatre manager” (manager del teatro della natura). Il gufo è un animale considerato criptico e molto riservato. Accidenti, come si fa a non avere paura di un manager e ad accettare le regole della carcerazione dopo essere stato catturato, deportato ed esibito a folle di turisti sguaiati in bermuda che mangiano chips e popcorn?

http://www.abc.net.au/…/adelaide-owl-escape-leaves-…/8233124

Rob, l’orso che odia i manager della natura

Pubblicato in 1 - storie di rivolta, 4 - zoo, 7 - evasioni | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su La resistenza aleggia ovunque

Panda in fuga dallo zoo della Virginia

Norfolk, 27 gennaio 2017

Il 27 gennaio scorso, The New York Times ha parlato della fuga di un panda rosso (Ailurus fulgens) dal Virginia Zoo nella città di Norfolk. La notizia, diffusa in primo luogo dalla Associated Press, pare addirittura bizzarra. Infatti, il titolo dell’articolo pubblicato dall’importante testata newyorkese è curioso: “Why Did Sunny the Red Panda Escape a Virginia Zoo? Maybe to Avoid Mating” (Perché il Panda Rosso Sunny è fuggito dal Virginia Zoo? Forse per evitare l’accoppiamento).

Nell’articolo, Christopher Mele racconta del panda rosso femmina che ha cercato la libertà. In breve, la fuga sarebbe avvenuta lunedì 23 gennaio e per ritrovare l’animale sono stati impiegati segugi, telecamere a infrarossi, trappole con uva e bambù, addirittura droni. Tuttavia, senza successo. La giovane panda di appena 19 mesi s’è data alla macchia. La tesi di Greg Bockheim, il direttore dello zoo, non è che Sunny sia fuggita in cerca degli spazi naturali della libertà, ma la femmina se la sarebbe data a gambe levate infastidita dalle attenzioni troppo focose del panda maschio di nome Thomas. Bockheim rincara la dose sessista con una dichiarazione pubblica demenziale: Sunny “sembra davvero un giocattolo di peluche”. Sono certo che l’animale non si nasconderà tra le bambole e gli orsetti di pezza. Il direttore dello zoo fa silenzio sul fatto che, per esempio, la Zoological Society of London considera l’Ailurus fulgens una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

Per fortuna che ci pensa il giornalista di The New York Times a informare i lettori:

“L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, il cui compito è valutare lo stato delle popolazioni degli animali selvatici, ha stimato che vivono in natura circa 10.000 panda rossi, distinti in due sottospecie, tutti residenti sui pendii delle montagne che si sviluppano nella stretta striscia che dalla Cina occidentale raggiunge il Nepal. Attualmente, incombono le minacce della deforestazione e delle malattie, oltre al cambiamento climatico.”

Sunny non è il primo panda rosso in cerca della libertà. Rusty, un panda con meno di un anno di età, era scappato dallo zoo nazionale di Washington nel 2013 e fu catturato meno di 24 ore più tardi. Bockheim ha affermato che il panda rosso sfuggito a uno zoo cinese è stato in grado di vivere per 202 giorni prima di essere preso e riportato in cattività.

Il Virginia Zoo ha sguinzagliato gli abitanti di Norfolk alla ricerca del panda con tanto di manifesti segnaletici. Non solo: lo zoo ha pure aperto un blog di informazione:

http://virginiazoo.org/…/virginia-zoo-red-panda-missing-ha…/

Chi scrive, incrocia le dita per la piccola Sunny. Nella speranza che non incontri un cacciatore, visto il suo aspetto simile a una volpe rossa, ma nutre anche il desiderio che non trascorra la vita nella gabbia di uno zoo grande 21 ettari. La questione centrale si chiama deportazione. Non ha più alcun senso deportare gli animali selvatici alienandoli dal loro ambiente nativo. L’autentico rispetto consiste nel tutelare l’ambiente vitale che li ha caratterizzati. La salvezza non sta certo nella distruzione della natura e nelle carcerazioni.

Rob, l’orso che ama le sorelle e i fratelli rossi

https://www.nytimes.com/…/us/red-panda-sunny-virginia-zoo.h…

Pubblicato in 1 - storie di rivolta, 4 - zoo, 7 - evasioni | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Panda in fuga dallo zoo della Virginia

Una tigre in cerca di libertà

Monreale, 28 gennaio 2017′

E’ sabato 28 gennaio. Poco dopo l’alba, una tigre è fuggita dal Circo Svezia. La tigre albina si chiama Oscar. Le foto mostrano la tigre in una zona industriale di Monreale, in provincia di Palermo, di fianco alle immancabili e onnipresenti auto. Nella documentazione fotografica proposta dalle testate locali, il maschio albino del Bengala non pare aggressivo. Tuttavia, si è verificato il panico generale e il timore che l’animale ormai addomesticato potesse graffiare qualche carrozzeria sulla Statale 186. Commenta Quotidiano.net in modo drammatico:
“Il felino aveva creato non pochi problemi spaventando gli automobilisti…”
E’ commovente tanto amore per le marmitte. Il comune ha manifestato impreparazione e dilettantismo. Al pari di un criminale, sono stati chiamati i carabinieri. Le foto mostrano alcuni ufficiali dell’arma in borghese con tanto di pistola spianata.
La fortuna dell’animale è stata grande. Il Corpo Forestale dello Stato, recentemente assorbito dai Carabinieri, non ha voluto sparare contro Oscar, neppure un sedativo, in quanto l’addormentamento è pericoloso. La tigre è stata ingabbiata e riportata nel circo in tarda mattinata. Questa è la notizia secondo l’Ansa, ma altre fonti di informazione parlano erroneamente di sedazione avvenuta. In serata, il TG di RAI 1 ha confermato che non è stato necessario l’impiego di alcuna telesiringa.
Le incongruenze fattuali del giornalismo italiano non solo manifestano ciarlataneria, ma anche incultura: nessuno dei giornalisti che ha commentato la fuga si è chiesto come mai una tigre mansueta – perché addomesticata – cerchi di sperimentare il mondo al di fuori della gabbia mobile in cui probabilmente è imprigionata da anni. Nessuno che abbia scritto una breve riga sulle terribili condizioni in cui vivono gli animali sfruttati nei circhi. In relazione agli animali in fuga, i media fanno il solito allarmismo sociale. “Paura per le strade di Monreale”, intitola il Giornale di Sicilia. Seguono gli emuli che spingono la leva del terrore: Il Messaggero e La Stampa. Per Il Fatto Quotidiano, invece, la tigre se n’è andata a spasso, come se avesse fatto shopping. Nulla sulla liberazione degli animali circensi e sui loro diritti.
Si calcola che in tutto il mondo siano sopravvissute circa 2500 tigri del Bengala. Una specie gravemente a rischio di estinzione. Soprattutto per il fatto che le Sundarbans, la più grande foresta di mangrovie presente nel delta del Gange, un ecosistema fondamentale per la terra e anche sede dal santuario dei delfini Irabati, è il luogo di incendi, disastri ecologici e pesante bracconaggio. Ricordo, come esempio, la catastrofe ambientale del dicembre 2012, in cui una petroliera disperse 350 tonnellate di greggio.

Rob Benatti, l’orso giornalista indipendente

http://www.palermotoday.it/…/trige-scappata-circo-monreale.…

http://palermo.repubblica.it/…/una_tigre_e_fuggita_da_un_c…/

http://www.ansa.it/…/tigre-scappa-da-circo-nel-palermitano_…

http://www.monrealepress.it/…/monreale-tigre-bianca-fugge-…/

http://www.quotidiano.net/…/tigre-scappa-dallo-zoo-1.2852088

http://www.ilfattoquotidiano.it/…/palermo-tigre-bi…/3346457/

Pubblicato in 1 - storie di rivolta, 3 - circhi, 7 - evasioni, approfondimenti | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Una tigre in cerca di libertà

Sfonda il recinto per evadere e si trova in strada

Leini (TO), 21 gennaio 2017

Quando il tuo mondo dovrebbe essere un altro.

QUI l’articolo (quotidianocanavese.it)

 

 

 

 

Pubblicato in 1 - storie di rivolta, 2 - allevamenti e macelli, 7 - evasioni | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Sfonda il recinto per evadere e si trova in strada

Qualcuno volò sulla gabbia delle aquile

Chippewa Wildlife Park- Thunder Bay, Ontario, 24 gennaio 2017 .

Hanno trovato una scala vicino alla gabbia dove erano detenute, da 10 anni, due aquile. Poi si sono accorti di  una porta sfondata con un masso e tre metri di rete tagliata. Un’aquila è così riuscita ad evadere.

“La mia ipotesi è che abbiano dovuto spaventare  le aquile per farle uscire attraverso il grosso taglio nella recinzione, altrimenti nessuna di loro sarebbe volata via …” ha detto John Gordon, responsabile dello zoo. Poi ha aggiunto che sono molte le aquile libere nella zona che si alimentano nella discarica della città e che spera vivamente  che anche l’aquila fuggitiva sia in grado di farlo.

Nello stesso zoo sono tenuti prigionieri  molti altri animali selvatici, nativi della zona, tra cui gufi, falchi, lupi, linci e alci.

Solidarietà a tutti loro.

Articolo qui

(Fonte: www.thestar.com)

 

Pubblicato in 4 - zoo | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su Qualcuno volò sulla gabbia delle aquile

Un coccodrillo si ribella e uccide una guida.

Crocodile Farm Le Bonheur –  Città del Capo, 20 gennaio 2017

Struttura turistica la chiamano ma Le Bonheur è anche un’allevamento di oltre mille coccodrilli.

Sul loro sito si legge: “i visitatori hanno l’opportunità di toccare  i cuccioli di coccodrillo, di fare immersioni subacquee (anche i  bambini) e  vedere i coccodrilli  attraverso pannelli di visualizzazione stile acquario.

 

Il defunto (guida o addestratore?) si chiamava Mr. Burger.

(Fonte: www.africageographic.com)

Articolo http://africageographic.com/blog/blogseries/news-desk/

 

Pubblicato in 1 - storie di rivolta, 2 - allevamenti e macelli, 4 - zoo | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Un coccodrillo si ribella e uccide una guida.

[S. Giovanni Valdarno] Un semplice incidente?

Testo da inviare al Comune di S. Giovanni Valdarno e alla ASL in merito all’uccisione di un vitello evaso dal mattatoio pochi giorni fa.

Indirizzi:

puntoamico@comunesgv.it, polizia.municipale@comunesgv.it, info@usl8.toscana.it, urp.arezzo@uslsudest.toscana.it, segreteria.sindaco@comunesgv.it, sindaco@comunesgv.it

 

 

Ancora una volta qualcuno riesce ad eludere la sorveglianza e fuggire.

Succede pochi giorni fa a San Giovanni Valdarno: un vitello, all’ingresso del mattatoio, si rifiuta di entrare e scappa. Viene immediatamente dichiarato “irrequieto” e subito presa la decisione di abbatterlo e macellarlo regolarmente.

La sua fuga è stata un semplice diversivo, per quel luogo, in una giornata di routine.

Un semplice incidente risolto con efficienza.

In quel luogo ogni giorno vengono macellati centinaia di animali, lui era uno di questi. Niente di più, niente di meno.

Continua a leggere

Pubblicato in 1 - storie di rivolta, 2 - allevamenti e macelli, 7 - evasioni | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su [S. Giovanni Valdarno] Un semplice incidente?

[S. Giovanni Valdarno] Ucciso mentre tenta la fuga dal macello

Apprendiamo dagli organi di stampa che a S. Giovanni Valdarno (AR) un vitello che aveva tentato la fuga per evitare la macellazione è stato assassinato a colpi di fucile da un vigile urbano.

Qui l’articolo de La Nazione.

Seguiranno aggiornamenti sulle azioni di protesta contro questo ennesimo atto di repressione.

Pubblicato in 1 - storie di rivolta, 2 - allevamenti e macelli, 7 - evasioni | Contrassegnato , , | 3 commenti

Ma sono stati uccisi lo stesso.

Pubblichiamo un commento sull’ordinanza di abbattimento di sei maiali da parte del sindaco di Giugliano (NA)


Il primo gennaio 2017, sei maiali vengono trovati senza segno identificativo a Giugliano (NA). Sono una mamma con 5 cuccioli. Viene chiesto da un’associazione del luogo al Sindaco Antonio Poziello e all’Asl di poterli “regolarizzare”, visitare, vaccinare perché possano essere adottati. C’era tempo fino al 13 gennaio per fare tutto. Purtroppo il giorno 10, senza preavviso, è stata decretata l’esecuzione. Erano maiali bicolore, tipo cinte senesi, belli come il sole. Sembravano sani e molto probabilmente lo erano.

Ma sono stati uccisi lo stesso.

Perché? Perché nel nostro paese se non hai un documento, un permesso, un visto, un codice identificativo sei uno straniero, un clandestino. E questo vale anche per gli animali, quelli “da reddito” perché se non hai un documento di identità, a questo mondo non sei nessuno. Per gli animali “da reddito” c’è una motivazione in più: non possono essere tracciate la provenienza, il tipo di alimentazione, i trattamenti farmacologici… tutte cose necessarie, che bisogna conoscere non per il bene e la salute dell’animale in sé, ma solo ai fini della tutela della sicurezza e dell’igiene degli alimenti che sono destinati a diventare.

A nessuno importa che un animale sia monitorato e controllato per garantirgli una buona vita… I numeri stampati su marche auricolari oppure tatuati dentro ad un orecchio, i fogli di carico e scarico nei quali compilare il numero dei capi e i chili di carne ci parlano di esistenze finalizzate unicamente ad essere cibo e private di rispetto e dignità.

Quei maiali erano solo questo agli occhi delle Istituzioni garanti del “benessere animale” e della sicurezza alimentare. Ma non erano questo. Non erano solo chili di carne sprecata per paura che facesse male a qualcuno che avrebbe potuto non resistere dal farci qualche braciolina. 

Erano una madre con i suoi figli che avrebbero potuto vivere la propria vita, magari potevano essere separati… quello purtroppo sì… ma sarebbero stati vivi accanto ad altri animali di tante specie avendo la possibilità di creare nuovi legami, nuove complicità, nuove avventure. Bastava una cosa molto semplice… bastava riconoscere la loro identità, la loro vera identità, non quella scritta in codice su sfondo giallo.

Bastava decretare che non fossero macellabili, bastava vincolare le loro adozioni a persone e realtà esclusivamente antispeciste, bastava farli uscire dall’industria alimentare. NON DPA. Non Destinato alla Produzione Alimentare. È così difficile per voi Istituzioni riconoscere che ci sono migliaia di individui, oltre agli equidi, che possono essere destinati a vivere e basta?È così complicato decidere e dichiarare che un animale trovato senza marchi identificativi può essere adottato da qualcuno che non vede nessun lucro e nessuna utilità nel viverci insieme se non lo scambio continuo di emozioni e ricordi? Le persone così esistono, ci sono realtà create apposta con questo scopo. 

Aprite gli occhi e rendetevi conto che quelli che voi considerate schiavi sacrificali per altri sono persone, proprio come voi.

Vivono in gruppi familiari proprio come voi.

Vengono richiusi e sfruttati e di questo soffrono, proprio come voi.

Avete visto il loro sangue sul pavimento dello stalletto?

Non era rosso proprio come il vostro?

Protestiamo in tanti e con forza verso il Comune di Giugliano, verso il Sindaco Antonio Poziello e l’Asl di competenza per l’esecuzione dei sei maiali. Protestiamo per quello che si mostra in tutta la sua evidenza come un sopruso e una profonda ingiustizia.

Pubblicato in approfondimenti | Commenti disabilitati su Ma sono stati uccisi lo stesso.