La vendetta del cervo

Saint-Sauveur (Oise), FR, 6 novembre 2017

Illustrazione / © MaxPPP

Un cervo ha attaccato un cacciatore e lo ha trafitto a morte con il suo palco di corna.

Dicono che il palco abbia una forte funzione comunicativa, funzione che evidentemente il cacciatore, in quel momento sprovvisto di fucile,  deve aver sottovalutato. .

La gendarmeria è riuscita solo a balbettare qualcosa come ” questo tipo di morte non è comune bla, bla, bla.

Articolo

(Fonte: www.france3-regions.francetvinfo.fr)

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Agostina, nome in codice da fuggiasca

Vigolzone (PC), settembre 2017

Evasa dalla stalla, si è rifugiata in un giardino. Si è difesa strenuamente. Ripresa con sedazione.

L’articolo (libertà.it)

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La ribellione alla prigionia di Typhoon, un maschio di tigre siberiana.

Kaliningrad Zoo, Russia, 5 novembre 2017

Ha attaccato la dipendente dello zoo che gli portava il cibo e che ora è in condizioni critiche all’ospedale..

La prigionia è sempre intollerabile.

 

https://www.trendspoint.com/female-zookeeper-badly-mauled/

(Fonte: www.trendspoint.com )

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La Bestia è sveglia

“La Bestia è sveglia, innervosita dalla vicinanza delle scrofe in calore di cui gli giunge l’odore dall’edificio riservato al concepimento, attraverso le pareti porose. Con il grugno spinge la porta del recinto. Il chiavistello è un po’ allentato e tintinna, balla e si solleva a ogni colpo che assesta alle sbarre di metallo. Ci batte contro, si prende una sbarra sul muso, spinge la porta, la tira a sé, spinge di nuovo, e a poco a poco le viti cedono. Dopo ore di pazienti manovre la placchetta e il chiavistello cadono sul nudo calcestruzzo della corsia e la porta del box si apre lentamente davanti al verro, che balza fuori, pronto ad affrontare l’ostacolo del corpo degli uomini schierati davanti. Costeggia i recinti, annusando gli altri quattro riproduttori che si svegliano al suo passaggio e poi, da qualche parte al di là dei muri, l’odore delle scrofette nervose, delle scrofe gravide e dei suinetti. La sua massa enorme si muove in silenzio nell’oscurità.

Lo guida un altro richiamo, ancora più pressante di quello della fregola; è il tenue profumo della notte che penetra nell’edificio dagli interstizi. La Bestia percorre la corsia centrale fino alla porta. Appoggia il grugno contro lo spiraglio e, con un movimento della bocca, fa scivolare il battente sul binario. Muove qualche passo sulla vasta lastra di calcestruzzo, alza la testa e respira. La campagna è nera e tranquilla. Un brivido di eccitazione attraversa da parte a parte il corpo massiccio del verro. Rivolge per un momento lo sguardo alle porte dell’edificio dietro le quali languono le scrofe fertili che a loro volta hanno percepito la sua presenza e i feromoni del suo fiato pesante, poi La Bestia si allontana e arriva fino alla recinzione di rete metallica. Al di là si estendono le terre, lucenti e profumate, che trattengono il sentore delle erbe e dei tuberi, degli animali sconosciuti e delle piccole prede, dei cespugli umidi e di vecchi orti azzurrati dalla luna. Il verro morde, torce e strappa senza difficoltà le maglie della rete, praticando un buco nel quale infila la testa, poi si appoggia con tutto il suo peso, incurvando la recinzione e piegando a forza i pali conficcati nel calcestruzzo. L’apertura si allarga e l’animale riesce ad infilarci le zampe anteriori. L’estremità  dei fili spezzati gli si conficca nella carne e lo graffia per lungo, sulla schiena e sui fianchi. Il suo grido trafigge la notte ed eccita i cani che fiutano il suo odore e abbaiano tutti insieme nel canile della fattoria. La Bestia raddoppia gli sforzi, si dibatte, stacca dai pali il pezzo di rete metallica, che vibra sbattendoci contro violentemente quando il maiale si libera. Ebbro di dolore, galoppa fino al centro di un prato incolto. Non ha mai corso. Scopre la propria massa e la forza che deve mobilitare per spostarla.Dalle ferite esce un sangue fluido e cola fra le setole. Si ferma, stordito dalla sforzo, dalla nuova libertà e dalla vibrazione della notte che sonda con gli occhi, pupille dilatate. Distingue i cupi edifici della porcilaia che fino a quel momento costituivano la frontiera del suo mondo. Percepisce, più lontano, l’ombra del corpo della fattoria, che per lui è solo un’ombra da cui scaturisce l’odore ostile degli uomini e dei cani. Non sa che al primo piano, dietro lo spessore dei muri di mattoni e di sassi e paglia, anche gli uomini dormono. Nei loro sogni si affolla la massa uniforme dei maiali”

Estratto da Regno animale di Jean-Baptiste Del Amo

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Lilith, colei che non si assoggetta.

Borth Wild Animal Kingdom Park /Galles, 2 novembre 2017

Lilith la lince, è fuggita da uno zoo in Galles, una settimana fa. L’hanno anche vista, libera, e le hanno  scattato persino una foto ma senza riuscire a ricatturarla. Uno degli uomini incaricati di ritrovarla ha detto “Mi sono seduto a guardarla per circa 10 minuti. Sembrava rilassata e in buona salute e ha continuato a lavarsi a non più di dieci metri da me. È stato un momento magico … ma prima la riprendiamo meglio è”. Dicono che sia riuscita a saltare oltre una rete alta 4 metri e passare attraverso due cordoni di alta tensione “solo” per catturare un uccello… Dire invece che è fuggita “solo”per ritrovare la libertà, sarebbe una sconfitta morale  troppo umiliante per tutti gli zoo del pianeta.

Articolo

(Fonte: www.theguardian.com)

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..e il cinghiale carica il cacciatore.

Riccò del Golfo (la Spezia), 30 ottobre 2017

L’uomo sarebbe scivolato in un dirupo in seguito alla carica di un cinghiale, al quale aveva sparato senza però riuscire ad abbatterlo.

Qui l’articolo di www.lanazione.it

 

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Un bufalo scappa dal macello e travolge tutto quello che gli sbarra la fuga.

Yancheng,  Cina, 30 ottobre 2017

Purtroppo  una donna incinta rimane travolta e ferita dalla sua furia.

Lui sarà ricondotto al mattatoio.

QUI l’articolo

(Fonte: www.ilsussidiario.net)

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Elefantessa evasa dal circo

Sassari, luglio 2017

Pochi passi fuori di prigione.

il VIDEO

Qui la notizia (sardegnalive.net)

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Una vecchia storia: la ribellione è pazzia.

Contea di Floyd, Georgia US, 26 ottobre 2017

Un animale che resiste e si ribella dev’essere pazzo, in questo caso una ” mad cow”, una mucca pazza. Non si sa se l’animale sia stato costretto ad un cambio di pascolo o spinto nel tentativo di caricarlo sul furgone verso il mattatoio. Di certo la relazione con l’allevatore non era idilliaca se questa mucca si è difesa e lo ha sbattuto contro il recinto. L’uomo è poi deceduto.

QUI articolo

(Fonte: www.nypost.com)

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“Forse un giorno si ribelleranno anche i cavalli.”

Forse un giorno si ribelleranno anche i cavalli, diceva una frase di quegli anni attribuita a Mao, come a spiegare metaforicamente e letteralmente che il bisogno di libertà era più grande dell’umanità che lo pone, e ne avrebbe prima o poi ridisegnato i confini… Ecco, nel manicomio di Trieste tutto comincia simbolicamente da un cavallo, Marco, che da anni tira il carretto con dentro i panni per la lavanderia, e altro materiale. Fattosi oramai troppo vecchio per continuare a lavorare, Marco è destinato alla vendita per il macello: ma i suoi amici umani, i degenti del manicomio, insorgono e, in collaborazione con gli operatori del laboratorio di scrittura, redigono a suo nome una lettera al Presidente della Provincia, chiedendo un meritato pensionamento. Siamo nel 1972: Marco avrà salva la vita, e i pazienti hanno per la prima volta da sempre affermato il loro diritto a esistere come soggetti politici a tutti gli effetti. Poi, nel 1973, ispirandosi a questa storia, degenti, operatori, artisti invitati da fuori occupano il padiglione P (come Paradiso, dicono scherzosamente alcuni), lo adibiscono a laboratorio artistico, e costruiscono un gigantesco cavallo di legno e cartapesta azzurra: appunto, Marco Cavallo. La sua pancia è piena dei sogni, dei desideri, della gioia di vivere, dell’urgenza di libertà degli internati – insomma, si tratta di un novello cavallo di Troia, ma alla rovescia, perché ora non è più questione di entrare dentro, ma di uscire fuori, è il mondo che si vuole assediare, la cittadella da conquistare… Ed esce, Marco Cavallo, sempre nel 1973, solo che è troppo grande per passare per la porta, bisogna buttare giù un muro, aprire un varco nella recinzione del manicomio: così, finalmente libero, Marco Cavallo può andare in giro per la città, accompagnato da centinaia di matti…”

alfabeta2.

Articolo intero :

https://www.alfabeta2.it/2017/10/21/speciale-franco-basaglia-lunica-rivoluzione-italiana/

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