E adesso fermiamoci a riflettere… meglio tardi che mai!

Ōkunoshima, Giappone – L'”isola dei conigli”

Questo venerdì è stata effettuata una cattura di conigli nella zona di Bovisio Masciago. I conigli erano una ventina, figli di una coppia di conigli di un industriale della zona, nati e cresciuti per la maggior parte in una situazione di semi libertà. Dal cancello dell’industria, infatti, i conigli entravano e uscivano liberamente da lungo tempo, attraversavano la strada e passavano gran parte del loro tempo al parchetto antistante il giardino. La scorsa settimana uno dei conigli era purtroppo rimasto investito e ucciso sulla strada che divide il giardino dal parchetto e gli animalisti si sono attivati per catturare i conigli, e contemporaneamente il proprietario (il quale ha ricevuto una sanzione per la cattiva gestione degli animali seguite da continue pressione da parte delle istituzioni) ha chiesto l aiuto degli animalisti per metterli in un recinto chiuso all’interno del giardino dell’industria. La cosa è stata fatta con grande fretta, motivata dalla convinzione di agire nell’emergenza. Ma l’emergenza qual era? Qualcuno diceva che altrimenti il proprietario per non prendere una multa avrebbe avvelenato (o bastonato, chissà perché) i poveri conigli, qualcun altro sosteneva che avrebbero potuto esserci altri investimenti, c’era chi diceva che costituivano un pericolo per il traffico e chi aveva sentito dire che venivano presi a sassate, rincorsi da pitbull sguinzagliati apposta contro di loro, e persino chi diceva che qualcuno avrebbe potuto appostarsi al parchetto dei bambini, sotto ai condomini e in pieno centro, con delle gabbie trappola per catturarli e poi mangiarli.
Nel frattempo la gente del posto sembrava ottimamente disposta nei confronti della piccola colonia, tanto che i conigli avevano imparato a prendere il cibo dalle mani perché imboccati dai passanti e dai bambini.


…e poi c’era anche chi diceva che andavano catturati perché al proprietario era stato detto di farlo e chi, forse più sinceramente, sosteneva semplicemente: ormai abbiamo deciso che si fa, siamo qui per questo, facciamolo.
Queste le risposte ricevute da chi, tra i presenti, ha sollevato delle perplessità, sia sulla necessità di spostare effettivamente i conigli dal territorio, sia soprattutto sul modo frettoloso e poco ragionato in cui veniva fatto.
Prendiamoci del tempo, qualche giorno per pensare…
Ma parlare con persone armate di insalata, che nel mezzo di una frase si lanciavano all’improvviso inseguimento di un coniglio, mentre ancora si chiedevano se fosse o meno opportuno prenderlo, non è cosa semplice.

Sono state prima sentite le istituzioni per capire se i conigli possono essere gestiti e tutelati sul territorio?
No
Abbiamo spiegato al proprietario che non è dimostrabile la sua proprietà degli animali e che quindi lui è tutelato in caso di incidenti?
No
Siamo sicuri che questa persona, che comunque li considera troppi per tenerli tutti, li terrà in modo adeguato, li sterilizzerà, e che non li manderà a vivere anche solo in qualche gabbia di qualche suo amico come animali da compagnia?
Beh sì
E come lo sappiamo?
L’ha detto lui
Ma scusate lui non era mica fino ad un ora fa il principale pericolo per questi conigli, l’uomo che li avrebbe avvelenati e picchiati?
Beh ci eravamo sbagliati
Beh però se vi eravate sbagliati viene meno l’urgenza, dato he nessuno li avvelenerà e li picchierà… e poi il progetto era quello di metterli nel suo recinto privato pure prima di cambiare idea sul conto di questa persona…
Beh ma sapete com’è, nell’emergenza…
Ma da cosa è data questa emergenza??

E se ci fossero dei piccoli nelle tane? Che succede se non ci accorgiamo di loro e togliamo le mamme?
Ma no non ci sono
Ah si e come lo si sa?
Beh ma è semplice, lo ha detto il proprietario…

Venerdì sera sono stati catturati alcuni conigli, sabato sera gli altri.

Domenica eravamo sul posto a recuperare i conigli caduti nel fiume da un buco nel recinto, un fratturato e diversi feriti.
Sono stati trovati cuccioli dispersi di cui si ignorava l’esistenza. Speriamo siano stati recuperati tutti, a questo punto, ma purtroppo non si sa e non si saprà mai se nelle tane c’erano lattanti perché, se c’erano, sono certamente morti di fame nei lunghi tunnel.

Bilancio dei conigli morti e feriti in un anno di libertà: uno. Bilancio dei morti e feriti a tre giorni dall’intervento degli animalisti: non è dato quantificare.

La bella notizia è che una coniglia è sfuggita alla cattura ed è stata trovata il giorno dopo libera a giocare coi suoi cuccioli! Per fortuna è stata più furba lei, perché nessuno sapeva avesse dei cuccioli fino al giorno dopo la cattura.

Comunque, alcuni degli animali erano malati già al momento della cattura e altri si sono feriti in seguito. Necessitano di cure, di stallo e di adozione (ovviamente non in gabbia e nemmeno in appartamento), anche perché… udite un po’… meglio toglierli il prima possibile da quel recinto in cui cure, sterilizzazioni e sicurezza non sono garantite.

Perché tutto questo? Per due motivi

Uno, per vedere di trovare qualcuno che abbia la possibilità di stallare, di adottare, di curare, di pagare, di accompagnare dal veterinario, insomma, chi può ci scriva!

Due, per fermarci un attimo a riflettere, per una volta… meglio tardi che mai.
Quando interveniamo sulla vita degli animali, anche per salvarli, ci rendiamo conto davvero che stiamo cambiando loro la vita? Ci pensiamo davvero a questo? La vita ragazzi, l unica vita che è data, un nostro intervento la cambia e spesso per sempre. Non si torna indietro da questo e non può essere fatto di fretta, con superficialità, sull’onda dell’emotività. Abbiamo un potere enorme sugli animali, purtroppo, e prima di esercitarlo, nel bene o nel male che sia, non ci si fa mai abbastanza domande
Non che noi abbiamo risposte, però prendiamoci sempre un po’ di tempo in più, per farci qualche domanda in più…

La speranza è quella di non avviare una polemica sul merito della cattura dei conigli, bensì una riflessione molto più generale. Una riflessione sul modo in cui agiamo per salvare gli animali, su come agisce il senso di emergenzialità che pervade il movimento, su come tale emergenzialità ci porti a fare delle scelte che troppo spesso rischiano di danneggiare gli stessi animali che vogliamo aiutare; su quanto a fondo riflettiamo su cosa sia davvero bene per loro, su come tante volte l’emergenza ci abbia persino portat* a mettere animali in gabbia e ad accumularli; su come molti fattori anche di ordine psicologico e personale talvolta ci muovano nell’agire per gli animali – fattori che non solo un male in sé, purché li si riconosca e li si sappia indirizzare e controllare.

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