Philadelphia, 22 novembre 2016
Mentre lo facevano scendere da un camion fermo davanti al macello, un toro ha caricato gli operai riuscendo ad evadere. La sua corsa sulla strada e poi in città, avvenuta come sempre fra lo stupore e l’incredulità di chi se l’è trovato davanti, è stata fermata da un guardacaccia che gli ha sparato.
“Normalmente si ritiene che gli animali siano incapaci di resistenza nei confronti de l'”Uomo”, che non siano in grado di rivoltarsi contro le condizioni di sfruttamento e oppressione a cui sono quotidianamente sottoposti. Certo, il nostro dominio è così ferreo che i loro atti di resistenza sono subito spenti e le loro rivolte represse. Ma gli animali, appena possono, anche quando le chance di successo sono infinitesimali o nulle, si ribellano: fuggono, incornano, mordono, impazziscono, digiunano, si mutilano, si suicidano, evadono, accarezzano, leccano, si fanno sfuggenti, elusivi, aprono vie di fuga intensive, si arrestano. Mettono in atto forme di ribellione che noi non capiamo o misinterpretiamo perché ci eludono, ci sfuggono, ci arrestano.” Massimo Filippi, Sento dunque sogno, Ortica, 2016, p. 71.
http://nbc4i.com/2016/11/22/runaway-bull-escapes-philadelphia-slaughterhouse/