Teruel, Aragona, luglio 2016
Dopo aver attaccato e torturato il toro come il rito infame della corrida prevede, il giovane torero sorridente aveva alzato le mani sporche di sangue verso la folla, chissà se consapevole o meno di quei palmi rossi di vita non sua. Poi è stato il suo sangue a sgorgare. Quel toro trafitto e straziato non era solo elemento necessario al folle gioco del dimostrare la supremazia umana. Era un individuo pronto a difendersi e a vendere cara la pelle. E stavolta ha vinto lui, se di vittoria è ammissibile parlare. Poi l’avranno finito, accecati di dolore e di vendetta per un finale per loro inammissibile. Dicono che la ‘sfida’ è alla pari. Ma a morire dev’essere sempre il toro.
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