Oristano, 7 febbraio 2016
Continuano a chiamarli “incidenti”, continuano a sminuire e svilire le ragioni di chi esprime (“Ha manifestato un certo nervosismo, impennando…”) la sua chiara volontà. Balza agli occhi l’intento di occultare e misinterpretare le sempre puntuali resistenze di chi, trascinato a forza, contro la propria volontà, avrebbe di certo scelto di trovarsi altrove.
Provocare paura, scatenare rabbia e disperazione, ed avere il coraggio di parlare di “incidente”.
(Fonte: www.linkoristano.it)