COMUNICATO di Resistenza Animale per il compagno Orso Resistente

ATTENZIONE a queste due foto (Orso Resistente -M49-Papillon  e Fugatti, presidente della provincia di Trento)
Vi pare che l’essere umano che vediamo a destra abbia qualche vago strumento di corretto approccio nei confronti dell’altro essere, quello a sinistra? Analizzando i fatti sembra proprio di no.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              ORSO RESISTENTE È GIÀ LEGGENDA

Evade clamorosamente per la prima volta nella notte del 15 luglio 2019
, neanche un’ora dopo esser stato catturato a causa delle numerose denunce di danni da parte degli allevatori della zona. Evade, nonostante il recinto del Casteller – così viene chiamata una collina sopra Trento- sia reputato super sicuro, addirittura tra i più sicuri in Italia e gestito dall’Associazioen Cacciatori Trentini (SIC!). Qui Orso Resistente viene scaricato direttamente dalla  gabbia trappola a tubo che lo aveva imprigionato, senza il radiocollare che gli era stato messo nell’agosto del 2018. E lui non si scoraggia, anzi: nell’ora immediatamente successiva alla cattura riesce a sfondare tre recinzioni elettrificate a settemila volt e a scavalcare un muro elettrificato alto quattro metri e mezzo. Una prigionia quanto mai evanescente che suscita persino dei dubbi sulla sua veridicità tanto che l’amministrazione provinciale è costretta a metterne in rete il video per assicurare della sua  reale avvenuta.

Fugatti, attuale presidente della provincia autonoma di Trento, allibito, non tarda  ad affermare che è già pronta un’ordinanza di abbattimento con l’ordine di sparare a vista, come se l’abilità, la resistenza e la perspicacia dell’animale costituissero un affronto, un oltraggio da lavare … ovviamente col sangue dell’orso.
Nei mesi successivi Orso Resistente si gode appieno la libertà riconquistata e, con l’arrivo dell’inverno, fa perdere completamente le sue tracce. Viene avvistato solo al risveglio dal letargo e i segnali del suo passaggio raccontano di lunghi itinerari attraverso la valle dell’Adige (superando anche ferrovia, autostrada e fiume) ed eludendo ogni tentativo di cattura.
Nel periodo di Pasqua è sul monte Carega,  al confine tra il Trentino e il Veneto, a godersi il sole e la neve. Questo un video che lo riprende mentre se la sta spassando alla grande. Si dirige poi verso il lago di Garda e da lì in una decina di giorni si muove verso nord e poi ancora  a ovest, verso l’area dove gravitava l’estate prima, dimostrando oltre che grandi abilità di movimento sul territorio, anche la capacità di ritrovare determinate zone, pur in un ambiente complesso e sconosciuto con infinite barriere ecologiche e strutturali. Nell’aprile del 2020 riesce a “ritornare a casa” ma è qui che il  28 aprile scorso viene nuovamente catturato.
Nei mesi precedenti alla sua seconda cattura, il recinto del Casteller viene fortificato con l’inserimento di nuovi pannelli al posto delle reti, più difficili da scavalcare, ma nulla vale ad impedire la  nuova fuga di Orso Resistente. Dopo una prigionia durata solo tre mesi, nella notte del 27 luglio, sebbene castrato chimicamente, indebolito e di nuovo radiocollarato, beffa un’altra volta i suoi carcerieri dimostrando una forza e una volontà sorprendenti: supera la barriera elettrica e, raggiunta l’ultima recinzione, forza in diversi punti  la rete elettrosaldata piegando l’inferriata fino a ricavarne un’apertura sufficiente per scivolare all’esterno, più o meno nello stesso punto dove aveva scavalcato la prima volta. Un punto, tra l’altro, fuori dal raggio di azione delle telecamere. Più che una leggenda! Una seconda fuga ancora più clamorosa della prima!
Il presidente Fugatti, nonché deputato leghista, sembra proprio non riuscire a spiegarsi (e a spiegare) l’accaduto.
D’altra parte non si è ancora dato per vinto del blocco della sua proposta di banchetti a base di carne d’orso per le feste estive della lega.
 
Cade la testa del responsabile del Corpo forestale provinciale, ma non quella di Fugatti che, da buon maschio decisionista, resta al suo posto ma sempre più imbarazzato anche a seguito della sospensione definitiva,  confermata il 30 luglio, della sua ordinanza di abbattimento per l’orsa JJ4, ancora latitante, responsabile, udite udite, di aver difeso i suoi  cuccioli.
ATTENT* all’orso, quindi, sì! Poniamo davvero tutta la nostra attenzione a percepire questi ingombranti animali sempre e solo con rispetto ed emozione verso la loro irriducibilità e preziosità di esseri unici, viventi e senzienti. Ci vuole delicatezza, conoscenza, curiosità, rispetto, giusta distanza spaziale, giusta vicinanza emotiva, e solidarietà. Sviluppiamo in noi queste capacità, per tutti quegli orsi marchiati con anonime sigle tecniche che in territorio trentino rischiano sempre più persecuzioniquando non la vita stessa! In caso di incontri ravvicinati con questi animali sarebbe di massima importanza conoscere le regole base da mettere in pratica in questi casi, come quello tenuto da una  turista  in Messico che ha gestito in tranquillità l’incontro o da Alessandro, il bambino che nel maggio scorso ne ha incontrato un* sulle Dolomiti.
Ma ATTENT* soprattutto a Fugatti: una persona che ha celebrato il suo neomandato di Presidente della Provincia di Trento con un barbecue a base di carne d’orso, in barba ai divieti e nel territorio stesso in cui è responsabile del loro ripopolamento. Davvero un bell’esempio incarnato di rispetto della fauna selvatica protetta, delle leggi relative e dei succulenti finanziamenti europei stanziati in base al progetto “Life ursus” per una più efficace e soprattutto non cruenta convivenza interspecifica.
Non c’è che dire: l’arroganza dei dirigenti incompetenti della Provincia Autonoma di Trento, da Dellai a Rossi fino a Fugatti, dal centro sinistra al centro destra, è davvero un’iperbole costante. Le stesse linee guida del PACOBACE (Piano d’Azione interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali) sono state completamente stravolte ad esclusivo uso politico ed elettorale.
Queste le parole entusiaste di Rossi, predecessore di Fugatti e oggi sotto processo per l’uccisione di KJ2 (sotto processo anche il funzionario provinciale dimessosi in questi giorni) rilasciate enfaticamente nel 2017: “Il Progetto europeo di ripopolamento degli orsi in Trentino è stata un’esperienza di successo, considerato che oggi, a 20 anni dal suo inizio abbiamo sul territorio, caso unico in tutto l’arco alpino, una popolazione di orsi bruni fra i 50 e i 60 esemplari. Anche a livello europeo il caso trentino è visto con grande favore (…)” 
Di quale successo parla Rossi? Ad oggi, il triste bilancio resta quello di due orse accoppate, Daniza (2014) e KJ2 (2017), Jurka catturata nel 2007 e condannata all’ergastolo al Casteller, uno spazio grande come un campo di calcio ( “ …gli orsi sono formidabili e instancabili camminatori e ancor più abili nuotatori, si spostano in territori ben definiti ma ampi riuscendo a coprire un raggio di 20 km per individuo”http://www.marchesinietologia.it/2016/03/02/lorso/), e numerose taglie pendenti su altr* orse e orsi per il semplice fatto di comportarsi per quello che sono, da JJ4 (figlia di Jurka ) a Orso Resistente. Animali capaci di resistere tenacemente ai loro inseguitori e che,  rivoltandosi contro l’ordine costituito, riescono a metterlo fortemente in crisi.
Ma chi è per tutti questo orso chiamato M49 dai tecnici faunistici e Papillon dal ministro Costa? E’ un giovane orso che, come tutti gli individui, vuole “solo” vivere libero, scegliere cosa mangiare, dove andare, esplorare, come giocare, oziare, odorare…E lo ha dimostrato più che chiaramente con la forza delle sue evasioni e delle sue ribellioni, con la tenacia di chi non può far a meno dei boschi e delle montagne, dei fiumi e della neve. 
Un compagno ribelle che ora cerca di sfuggire ai monitoraggi, agli appostamenti delle guardie forestali, ai cani, sul monte Marzola dove si è rifugiato.
Un compagno che sta dimostrando al mondo intero il suo coraggio e i suoi insopprimibili desideri, la sua inestinguibile sete di libertà, da vero ribelle resistente.
SOLIDALI CON LA RESISTENZA ANIMALE, ora e sempre.
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