Il deforme quotidiano di corpi e situazioni

Testo tratto dal libro Anversa di  Roberto Bolaño:

“A Anversa un uomo è morto perché la sua automobile è stata schiacciata da un carico di porci: anche molti porci sono morti quando si è ribaltato il camion, altri hanno dovuto essere sacrificati sul ciglio della strada e altri ancora sono scappati di gran corsa… “Hai sentito bene, cara, il tipo è schiattato mentre i porci passavano sopra la sua automobile”… “Di notte, per le strade del Belgio o della Catalogna”… “Abbiamo chiacchierato per ore in un bar delle Ramblas, era estate e lei parlava come se non lo facesse da molto tempo”… “Dopo aver detto proprio tutto mi ha accarezzato il viso come una cieca”… “I porci hanno strillato”… “Lei ha detto mi piacerebbe stare da sola e io sebbene fossi ubriaco ho capito”… “Non so, è qualcosa che assomiglia alla luna piena, ragazze che in realtà sono come mosche, anche se non è questo che voglio dire”… “Porci che gridano in mezzo alla strada, feriti o mentre si allontanano di gran fretta dal camion sfasciato”… “Ogni parola è inutile, ogni frase, ogni conversazione telefonica”… “Ho detto che voglio stare da sola”… Anch’io ho voluto stare da solo. A Anversa o Barcellona. La luna. Animali che scappano. Incidente sulla strada. La paura.”

Capitolo 49 del romanzo Anversa di Roberto Bolaño – trad. it. di A. Morino, Sellerio, Palermo 2007, p. 99

 

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