La resistenza animale
di Vegan Folies
Fonte: Agoravox
Relazione a seguito della conferenza sulla resistenza animale del 15 febbraio 2016 (Parigi)
Traduzione dal francese a cura di resistenzanimale.noblogs.org
Se lo specismo è onnipresente nella nostra società, la sua risposta può essere la Resistenza Animale. In effetti ogni animale che soffre resiste. In che modo?
Ciò che io chiamo resistenza passiva, che consiste nell’ostacolare il compito del proprio aggressore (allevatore, addestratore, assassino…); rifiutando di muoversi o, al contrario, dibattendosi, grugnendo, ecc.
La resistenza attiva, molto più visibile, è un atteggiamento offensivo. Gli animali combattono fisicamente e fuggono dalla loro condizione di prigionia (allevamento, macello, prigione…)
Proprio come per gli umani, la resistenza animale si esprime, dunque, in diverse forme (J. Hribal e S. Best)
Nei paese anglosassoni ricercatori/trici di diverse discipline si sono interessati alla questione. Fra gli altri citiamo Jason Hribal e Erica Fudge (Storia), Sarat Colling e Dinesh Wadiwel (Scienze sociali), Marc Bekoff (Etologia), Chris Wilbert e Chris Philo (Geografia), Steve Best (Filosofia).
L’impatto della resistenza animale sulla nostra società specista è molteplice:
– A partire dagli anni 60/70, la strategia dell’industria della carne è stata quella di rendersi invisibile, collocando i macelli lontano dai centri abitati. Il presupposto era di evitare che gli animali si trovassero faccia a faccia con i loro consumatori (S. Colling) Fra questi macelli vi sono quelli di Vaugirard (Parigi), de la Villette (Parigi) o ancora quello di Tolosa (divenuti” il museo dei macelli”).
– Le tecniche della pesca sono state sviluppate per contenere la resistenza dei pesci (resistenza attraverso la fuga, visto che scivolano fra le mani): l’esca, le reti, l’acquacultura (D. Wadiwel)
– Il mantenimento della legge del più forte sugli animali è stato affidato ai cowboys negli Stati Uniti, il cui compito principale era di dominare ed ammaestrare i “selvaggi” che fuggivano dalle aziende. Oggi è la polizia che svolge questo ruolo.
– Di fronte alla resistenza animale esistono due tipi di reazione da parte dei consumatori: essere solidali con gli animali, per esempio diventando vegan: o al contrario mantenere immutate le proprie abitudini mentre si prova a giustificare questo fenomeno, convincendosi che si tratta di eccezioni (“quella mucca voleva vivere”).
– Sarat Colling, nei suoi scritti sulla resistenza animale, realizza un’analisi semantica degli articoli pubblicati dalla stampa sull’argomento. I vocaboli usati sono spesso peggiorativi (“selvaggio”) e gli articoli hanno un tono umoristico (rafforzato spesso dalla loro collocazione all’interno di rubriche aneddotiche o folkloristiche), la resistenza dell’animale in questione non è affatto presa sul serio (“ fuga”) e tutto lascia pensare che si tratti di una eccezione (“ Margherita, non voleva finire bistecca”)
Tyke, simbolo della resistenza animale
Questo elefante ha sferrato numerosi attacchi nel circo in cui era imprigionata. Ma è per quello di Honolulu di Haiti che si è fatta conoscere. Nel 1994, è evasa nel mezzo dello spettacolo, dopo aver calpestato il suo addestratore. Si è ritrovata per le strade della città , con i poliziotti che cercavano di raggiungerla. Tyke è stata uccisa con 86 fucilate sotto lo sguardo terrificato dei passanti
La resistenza animale deve essere aggiunta all’argomentazione di base in favore del veganismo:
-gli animali soffrono fisicamente
-gli animali sono degli esseri senzienti (provano emozioni)
-gli animali hanno una coscienza (volontà di vivere) (si veda la Dichiarazione di Cambridge del 2012)
-gli animali resistono: come si può mangiare un individuo che agisce fisicamente per sopravvivere?
È nostro dovere di vegan e antispecist* parlare della resistenza animale, raccontare le storie di resistenza di Tatiana, Margherita, Queenie o Molly [1], esattamente come si parla “delle grandi donne e dei grandi uomini”. Il dovere della memoria vale anche per la resistenza animale, anche se la sua particolarità è che il massacro degli animali non è ancora terminato.
Quest’ultimo è forse un motivo in più per parlarne. Parlarne sì, ma utilizzando un vocabolario adeguato ed essenziale (il campo del lessico della resistenza: coraggio, evasione, rischiare la propria vita, osare, libertà…). Infine, è urgente mettere al bando dal nostro linguaggio tutti quei discorsi che rendono gli animali passivi (oggetti) : “i senza voce”, “essi non possono difendersi”.
Tyke è la perfetta dimostrazione dell’importanza del titolo dello scritto di Jason Hribal “ resistere non è mai inutile”. Perché Tyke ha pagato con la vita la propria libertà, ma ha chiaramente rotto degli schemi: ha alimentato il dibattito intorno alla cattività. Quanti articoli su Tyke sono stati pubblicati sulla stampa? Quanti di JT hanno relazionato su questa tragedia ? E quanti procedimenti legali sono stati avviati dopo il suo assassinio (contro la città, contro il circo, ecc.)? Tyke ha anche permesso di far evolvere la legislazione sul circo in California. E anche degli artisti si sono sentiti chiamati in causa dalla sua storia (sono state realizzate musiche e documentari)!
Perché dopotutto ogni volta che un animale resiste, il nostro sistema specista si incrina e si pone la questione della giustizia sociale per gli animali . Umani, siate solidali con la resistenza animale!
[1] A proposito di queste storie, si veda il video della conferenza del 15 febbraio 2016 https://youtu.be/U36Mcw75YJ0. Le stesse storie sono commentata in italiano anche nel blog http://resistenzanimale.noblogs.org.
BIBLIOGRAFIA (per una bibliografia più completa e per le traduzioni in italiano, si veda la pagina a ciò dedicata sul blog di Resistenza Animale: http://resistenzanimale.noblogs.org/materiali)
HRIBAL J. (2010) Fear on the animal planet : The hidden history of Animal resistance.
COLLING S. (2013) Animals without Borders : Farmed Animal Resistance in New York.
WADIWEL D. (2015) Do fish resist ?
BEKOFF M. (2010) The animal manifesto et (2009) Les émotions des animaux.
PHILO C. et WILBERT C. (2004) Animal spaces, beastly places.
PHILO C. (2002) Entanglements of Power : Geographies of Domination/Resistance.
BEST S. (2011) Animal Agency : Resistance, Rebellion and the Struggle for Autonomy.
HRIBAL J. (2007) Resistance is never futile