Il cavallo no, con molta probabilità non era nuovo. La maggior parte dei cavalli che vengono attaccati ai calessi e costretti a marciare nel traffico cittadino, per diletto o per lucro, sono “reduci” degli ippodromi, svenduti a prezzi stracciati dopo una “carriera” sfiancante nelle corse al trotto.
E’ fastidioso come nell’articolo si tenda ad equiparare la dignità di un’auto “appena uscita dal concessionario” con quella di una persona non umana, un cavallo che si è ribellato all’insensatezza delle nostre azioni.
Perchè i cavalli, contrariamente a quanto si dice nell’articolo, non si “imbizzarriscono”, non diventano “bizzarri”, strani, matti.
Con il loro comportamento, che ci mette in quel momento in difficoltà, ci stanno dicendo qualcosa, ci stanno dando la loro opinione su quello che gli stiamo chiedendo e costringendo a fare.
Non sappiamo niente della dinamica di questo incidente: forse è stata un’imperizia del guidatore ( e non fantino, come dice sbagliando l’articolo, perchè i cavalli attaccati alle carrozze hanno driver o guidatori e non fantini che possono essere disarcionati) che non ha saputo valutare l’insofferenza del suo “schiavo”.
Quel che speriamo è che questo incidente, questo atto di ribellione, non costi troppo caro al cavallo, con una punizione fisica una volta rientrato “da dove è venuto” e con una vendita al commerciante e quindi al macello.
Perchè nel mondo dell’equitazione i ribelli si eliminano.