Nettuno, 11 ottobre 2016

Ricercato per resistenza (anche a pubblico ufficiale).
Resisti, Toro scatenato! Non sei solo. Resisti!
Continua a ballare, leggero, sul ring…senza curarti dei flash.
QUI la notizia
(Fonte: www.ilmessaggero.it)
Nettuno, 11 ottobre 2016

Ricercato per resistenza (anche a pubblico ufficiale).
Resisti, Toro scatenato! Non sei solo. Resisti!
Continua a ballare, leggero, sul ring…senza curarti dei flash.
QUI la notizia
(Fonte: www.ilmessaggero.it)
Il tema della resistenza animale è centrale per l’apertura di nuove prospettive politiche.
Filippi – Hardt – Maurizi, Altre specie di politica, Mimesis 2016
“(…) Hardt riconosce la capacità degli animali di resistere e ribellarsi all’oppressione umana: l’insuccesso delle loro lotte non è da ascriversi a un presunto limite ontologico, ma alla sproporzione di forze in campo e alla millenaria produzione/selezione (genetica) di corpi docili. Tanto che il problema non è più quello di screditare il valore sintomatico di queste rivolte, ma quello di non parlare al posto di questa ‘nuova classe’ di oppressi.” Massimo Filippi in Altre specie di politica
QUI una bellissima intervista a M. Filippi

A Palermo e ad Agrate, nel 2014, due recluse provano a scappare da una ‘vita’ in gabbia.


“L’oste, nella sua bottega, ch’è di faccia al monumento di Cristo Pescatore, alleva un gufo, legato per una catenella a un’asse che sporge in alto da un muro. Il gufo ha piume nere e grigie, delicate, un elegante ciuffetto in testa, palpebre azzurre, e grandi occhi d’un color d’oro-rosso, cerchiati di nero; ha un’ala sempre sanguinante, perché lui stesso continua a straziarsela col becco. Se tendi la mano a fargli un lieve solletico sul petto, curva verso di te la testolina, con un’espressione meravigliata. Al calar della sera, incomincia a dibattersi, prova a staccarsi a volo, e ricade, ritrovandosi qualche volta starnazzante a testa in giù, appeso alla sua catenella.”
Elsa Morante, L’isola di Arturo
“La madre di Faido stava pulendo casa (…) Voltatasi, ebbe di fronte il gufo. Immobile, le larghe spalle e la grossa testa dalle pupille arancioni, la guardava, il becco dischiuso come quello di un pappagallo parlante. Avrebbe voluto telefonare al figlio o al marito, ma non ne aveva la forza. Il gufo continuava a puntarla e a volgere la testa attorno come scrutasse ogni angolo della casa (…) Emesso un soffio, e allungato il collo, il gufo volò sul tavolino, e da lì disparve dalla finestra spalancata. Lei uscì fuori. Voleva liberarsi del suo sguardo e delle sue ali: avevano riempito la cucina come di elettricità (…) Il gufo continuava a eludere la trappola (…) Non gli era poi piaciuto quanto era accaduto a sua madre (…) Traverso l’ombra che calava nella foresta, s’incamminò dove aveva piazzato la rete (…) Non credette ai suoi occhi: appesantita dalla grossa sagoma del gufo, era immobile e gonfia (…) Ma, durante il passaggio dalla rete al sacco, il gufo si districò, volando e incappando nei cespugli di erica. Faido lo inseguì, imprecando. Sennonchè, con una cabrata, il gufo gli fu addosso, oscurandogli il volto con le ali. Lui alzò le mani per afferrarlo; non ne ebbe il tempo: i rostri gli trafissero le pupille, orbandolo. Solo quando, straziato dal dolore e dallo spavento si buttò col volto a terra, e prese a urlare, invocando aiuto, il gufo lo lasciò.”
Vincenzo Pardini, Il viaggio dell’orsa
Masone e Mele (GE), 6 ottobre 2016
Pensiamo i non umani, soprattutto quelli ‘da reddito’ o ‘da compagnia’, sempre all’interno dei nostri recinti mentali, come esseri incapaci di autonomia. Poi ci sorprendono le situazioni come questa in cui non solo ci si riprende la libertà, ma anche i corpi e i comportamenti mutano in funzione di una nuova vita. Ecco dunque una popolazione bovina che, dopo la gestione umana, si è affrancata attraverso la propria ribellione e la propria capacità di adattamento. Mucche, tori e i loro piccol* vivono nascosti nei boschi ma non abbastanza… Il loro apparire fa paura… e allora si pensa di sradicarl*, di uccidere i maschi… È vero che la convivenza può non essere facile. Ma possibile che la risposta sia quella dei muri, dell’esclusione, della chiusura in se stessi e non della solidarietà?
PER FERMARE L’UCCISIONE DEI TORI:
Sindaco@comune.mele.ge.it;info@comune.mele.ge.it;
segreteria@comune.mele.ge.it;
lia.corbisiero@comune.mele.ge.it;
Polizia.municipale@comune.rossiglione.ge.it;
Tel Comune di Mele 010.6319042
info@comune.masone.ge.it;
lorenza.ottonello@comune.masone.ge.it;
Tel comune di Masone Tel: 010.926003
ASL3 genovese segreteria.protocollo@asl3.liguria.it;
(centralino ASL3: 010 84911)
QUI (repubblica.it)

Acquario di Nagoya, Giappone, 4 ottobre 2016

La piccola delfina era nata nell’acquario di Nagoya, il 24 settembre. Secondo CetaBase, sua madre Lulù, era stata invece catturata nella tristemente famosa baia di Taiji, dove vengono catturati e uccisi brutalmente migliaia di delfini.
L’infanticidio per i delfini in libertà, è rarissimo. In cattività invece sono numerose le madri che si rifiutano di allattare i propri cuccioli, molte decidono di ignorarli, qualcuna di annegarli.
Lulù aveva molte cicatrici: le era stata negata una vita libera, era stata separata dalla sua famiglia, aveva visto e sentito le grida dei suoi compagni uccisi. Così ha scelto. Ha deciso che la morte, per la sua cucciola, fosse più dignitosa di una vita intera di prigionia.
(Fonte: www.savedolphins.eii.org)
Chicago, 1 ottobre 2016
https://www.youtube.com/watch?v=YHkswODz6_s&feature=youtu.be
Evade dal mattatoio e si ritrova nel traffico di Chicago, in un’atmosfera da film horror di craveniana memoria, inseguito da un uomo, presumibilmente il macellaio.
Il terrore lo immobilizza… mentre gli uomini ridacchiano e lo riportano verso l’orrore, quello vero.
(Fonte:www.cbs46.com )
Bitritto (Ba), settembre 2016
L’assoggettamento intende produrrre corpi docili e gestualità programmata e prevedibile. Con gli strumenti si prevengono e si inibiscono le reazioni. ‘Bizzarro’ il comportamento di questo cavallo che ha cercato di sganciarsi dal calesse?
QUI (ilquotidianoitalianobari.it)

Fano, 2 ottobre 2016
Quanti spari esplodono nella testa, fanno tendere le redini, stringere il morso, correre di dolore… Stavolta hai deciso tu che era il momento di correre cercando di scrollarti ogni peso di dosso.
Bonavigo (VR), 1 ottobre 2016
Hanno divelto la recinzione. Imprendibili, resistenti ai narcotici, hanno cercato una via di fuga anche tuffandosi e nuotando nel fiume.
QUI (l’arena.it) è raccontata la loro strenua resistenza.

Pagani (SA), luglio 2016
“D’altro canto, si è anche osservato come gli animali non siano muti e passivi testimoni del proprio sfruttamento – al contrario, lottano, protestano e si oppongono al giogo dell'”Uomo” – e che il tentativo di nascondere e cancellare la loro resistenza è parte dei meccanismi specisti di rimozione collettiva”. M. Maurizi, Altre specie di politica, Mimesis 2016.
Evaso dal macello.
QUI (mn24.it)
