Gamberi killer?

Mestre, agosto 2016

L’onnipotenza umana del dominio  e dello sfruttamento  ridicolizzato e frantumata dell’intelligenza del gambero:prima si è reso tossico, perciò non più  commestibile poi si ribella attaccando il padrone…grande!

Notizia qui

(Fonte: www.nuovavenezia.gelocal.it)

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Sono soliti scappare insieme: separati!

Stanghella (PD), 18 ottobre 2016

Un asino e un caprone. E la loro voglia di andarsene via.

QUI  (mattinopadova.gelocal.it)

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Uno squalo bianco, adescato con il cibo, si libera anche dagli eco-turisti illegali.

Una nuova pratica  (anche se vietata) : l’adescamento turistico degli squali con il cibo. Avviene ormai dappertutto, in California, Messico, Sud Africa, Australia. Questo squalo, accidentalmente, è finito dentro la gabbia d’immersione insieme al subacqueo che voleva provare il brivido di filmarlo da vicino. Si è ferito solo lo squalo che però è riuscito a riconquistarsi la libertà in mare aperto, lontano anche da questa specie nociva di turisti.

Vedi notizia e video

(Fonte: www.thedodo.com)

 

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Altre evasioni di massa

Cina, 12 ottobre 2016

Anche nelle nostre città o campagne, case e balconi non è raro incontrare un serpente. E solitamente  lo si racconta come  storia di ‘abbandono’. Cobra a decine spesso evadono dagli allevamenti.

QUI (ultimaedizione.eu)

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Due vitelli scappati

Sona (Vr), 12 ottobre 2016

Non ci sono notizie certe sulla loro provenienza né sulla ricattura. Certe sono invece la loro evasione e la loro prepotente apparizione negli spazi destinati agli umani. La resistenza animale fa continuamente inceppare gli ingranaggi dello sfruttamento istituzionalizzato che proprio in risposta ai modelli di resistenza è stato costruito.

QUI la notizia (VillafrancaWeek.it)

 

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Kumbuka fracassa il vetro ed evade dallo zoo.

Zoo di Londra, 13 ottobre 2016

Kumbuka dietro al vetro che fracasserà per evadere

Kumbuka dietro al vetro che fracasserà per evadere

Sono intervenuti anche gli agenti di Scotland Yard, armati di fucili con proiettili “tranquillanti”, per catturarlo.

Kumbuka, un gorilla alto più di due metri, è stato colpito, immobilizzato e ricondotto all’interno della sua prigione. L’ordine è stato ricostituito, secondo i suoi carcerieri.

Notizia QUI

(Fonte: www.corriere.it)

 

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Evasione di massa

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Decine di struzzi fuggono da un allevamento in provincia di Terni.

L’altra buona notizia, come dice il giornale on line che ha dato la notizia, è che riprenderli dovrebbe essere tutt’altro che semplice.

 

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Incorna una volante della polizia e sparisce nei boschi

Nettuno, 11 ottobre 2016

Ricercato  per resistenza (anche a pubblico ufficiale).

Resisti, Toro scatenato! Non sei solo. Resisti!

Continua a ballare, leggero, sul ring…senza curarti dei flash.

QUI la notizia

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

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“Non parlare a nome d’altri”

Il tema della resistenza animale è centrale per l’apertura di nuove prospettive politiche.

Filippi – Hardt – Maurizi, Altre specie di politica, Mimesis 2016

“(…) Hardt riconosce la capacità degli animali di resistere e ribellarsi all’oppressione umana: l’insuccesso delle loro lotte non è da ascriversi a un presunto limite ontologico, ma alla sproporzione di forze in campo e alla millenaria produzione/selezione (genetica) di corpi docili. Tanto che il problema non è più quello di screditare il valore sintomatico di queste rivolte, ma quello di non parlare al posto di questa ‘nuova classe’ di oppressi.” Massimo Filippi in  Altre specie di politica

QUI  una bellissima intervista a M. Filippi

 

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Gufe e gufi

A Palermo e ad Agrate, nel 2014, due recluse provano a scappare da una ‘vita’ in gabbia.

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Palermo

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“L’oste, nella sua bottega, ch’è di faccia al monumento di Cristo Pescatore,  alleva un gufo, legato per una catenella a un’asse che sporge in  alto da un muro. Il gufo ha piume nere e grigie, delicate, un elegante ciuffetto in testa, palpebre azzurre, e grandi occhi d’un color d’oro-rosso, cerchiati di nero; ha un’ala sempre sanguinante, perché lui stesso continua a straziarsela col becco. Se tendi la mano a fargli un lieve solletico sul petto, curva verso di te la testolina, con un’espressione meravigliata. Al calar della sera, incomincia a dibattersi, prova a staccarsi a volo, e ricade, ritrovandosi qualche volta starnazzante a testa in giù, appeso alla sua catenella.”

Elsa Morante, L’isola di Arturo

 

“La madre di Faido stava pulendo casa (…) Voltatasi, ebbe di fronte il gufo. Immobile, le larghe spalle e la grossa testa dalle pupille arancioni, la guardava, il becco dischiuso come quello di un pappagallo parlante. Avrebbe voluto telefonare al figlio o al marito, ma non ne aveva la forza. Il gufo continuava a puntarla e a volgere la testa attorno come scrutasse ogni angolo della casa (…) Emesso un soffio, e allungato il collo, il gufo volò sul tavolino, e da lì disparve dalla finestra spalancata. Lei uscì fuori. Voleva liberarsi del suo sguardo e delle sue ali: avevano riempito la cucina come di elettricità (…) Il gufo continuava a eludere la trappola (…) Non gli era poi piaciuto quanto era accaduto a sua madre (…) Traverso l’ombra che calava nella foresta, s’incamminò dove aveva piazzato la rete (…) Non credette ai suoi occhi: appesantita dalla grossa sagoma del gufo, era immobile e gonfia (…) Ma, durante il passaggio dalla rete al sacco, il gufo si districò, volando e incappando nei cespugli di erica. Faido lo inseguì, imprecando. Sennonchè, con una cabrata, il gufo gli fu addosso, oscurandogli il volto con le ali. Lui alzò le mani per afferrarlo; non ne ebbe il tempo: i rostri gli trafissero le pupille, orbandolo. Solo quando, straziato dal dolore e dallo spavento si buttò col volto a terra, e prese a urlare, invocando aiuto, il gufo lo lasciò.”

Vincenzo Pardini, Il viaggio dell’orsa

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