Michele Lessona, zoologo e scrittore vissuto quasi due secoli fa, nel primo volume della sua Storia naturale illustrata (1889), riporta una serie di episodi avvenuti al Giardino Zoologico Reale di Torino:
“Un guardiano volle porgere ad una iena un pezzo di carne e spinse la mano dentro l’inferriata; non aveva ancora ciò fatto che la iena, azzannando la carne gli mozzò un dito. L’anno dopo, un’orsa proveniente dalla Russia mozzò una falange del pollice della mano destra a un guardiano che si arrischiò di farle una carezza. Quel guardiano, un anno prima aveva già perduto il dito medio della stessa mano, mozzatogli da una iena”.
Non sembra che le cose siano cambiate molto, oggi, a giudicare dalla notizia riportata in questi giorni da IlTempo.it su quanto accaduto allo zoo di Santa Cruz (Jamaica), dove un guardiano ha stuzzicato un leone in gabbia davanti aə visitatorə infilando ripetutamente una mano oltre la rete. A un certo punto, il leone, ripreso dai numerosi cellulari dei presenti, ha azzannato un dito dell’uomo staccandogli una falange. Il video dell’episodio, pubblicato su twitter, si trova nell’articolo. Come dice il resoconto, non è certo la prima volta, e sembra che in effetti si tratti di eventi piuttosto frequenti.
Come testimoniato dal fascino che i giardini zoologici di un tempo esercitavano sul pubblico, questi incidenti sono probabilmente parte dello spettacolo, cosa ancora più evidente oggi, con la piccola folla di persone che riprendono emozionate con i propri telefoni e postano i video sui social: il brivido dello zoo è dato anche dal fatto che nelle gabbie sono rinchiuse specie esotiche, selvagge, in qualche modo indomabili. Una certa dose di rischio produce profitto, naturalmente sempre sulla pelle di chi non ha scelto di starci, in quella gabbia.