Un maiale fugge dal camion che lo stava portando al mattatoio.
Dopo alcune ricerche, purtroppo, viene ripreso. Sembra però che la proprietaria sia intenzionata (per ora) a lasciarlo in vita.
L’articolo del Mirror che racconta la vicenda è un’interessante testimonianza di come molti umani vedano questi atti di ribellione: vi troviamo manifestazioni di ipocrita simpatia, ambigua benevolenza, ammiccamenti alla “carne felice” e alla “piccola fattoria di una volta”, incapacità di comprendere le motivazioni di un soggetto che evade dal camion che lo portava al mattatoio.
Per esempio, la segnalazione di un allevatore della zona, che ha postato sui social le foto dell’animale vagante, è riportata come una notizia positiva: “per fortuna”, dice l’autore.
Prima di accorgersi della fuga – raccontano i proprietari – erano arrivati al macello e si dicevano che “era andato tutto liscio” (per chi?).
L’articolo costruisce poi un quadro idilliaco di una piccola fattoria a conduzione familiare in cui vengono allevati ogni anno tre maiali (tra le righe: ecco quanto a lungo vivono) con lo scopo di “dividere la carne fra amici e familiari”. Ci sono anche altri animali, come polli e anatre, ma l’allevatrice ci tiene a sottolineare che quelli per loro sono “pet”. Insomma, una piccola comunità a misura d’uomo, di persone semplici e solidali fra loro…
Naturalmente, gli altri due maiali sono finiti al macello senza che nessunx abbia fatto una piega, ma l’allevatrice esterna una certa risonanza emotiva con il fuggitivo, che secondo lei è “un po’ triste per i suoi amici”. Addirittura: “mi sono seduta con lui la scorsa notte – gli mancano i suoi amici”.
E che dire della “grazia” accordata a questo maiale che improvvisamente ha un nome, Milton, “è diventato piuttosto famoso nelle ultime 24 ore”, ha fatto la “gioia dei social” e viene tutto d’un tratto considerato un essere degno di considerazione (a differenza dei suoi “amici”)? Che, oltre che ipocrita, è un regalo che in qualsiasi momento potrà essere revocato, come rivela la chiusura dell’articolo: “Penso che questo maialino sia destinato a restare con noi” (il corsivo è nostro).