Porcia ( PN), 14 agosto 2015
Durante tutto il tempo gli asini hanno fatto capire, con tutte le loro forze, che non volevano partecipare al violento gioco cui erano costretti. Le immagini parlano chiaro. Invisibili, sono rimasti inascoltati.
Asini che resistono, che cercano di divincolarsi, che mostrano fastidio, spavento, incredulità di fronte alla stupida e squallida arroganza di chi vuole cavalcarli e usarli come burattini di una festa senza senso. Questo mostra il brevissimo video sulla corsa degli asini a Porcia.
Una sagra che insegue la povera tradizione di turno, che inneggia, proprio mentre violenta e reprime, alla religione, alla pace, alla preghiera. Ma non vogliamo soffermarci sulla solita pochezza che regge la stortura di queste manifestazioni, che sono il sale di tanta cultura che in troppi insistono a voler difendere inneggiando alle radici storiche, antropologiche, sociali di un mondo in disfacimento, che ha ormai distrutto quasi ogni speranza per i suoi stessi discendenti.
Quello che più ci preme notare, invece, quello che ha colpito ancora una volta nel segno fino a tenerci incollati per tutta l’infinita e straziante durata del pur brevissimo video girato dal gruppo Animalisti FVG, sono stati i movimenti degli asini.
Il loro girare su se stessi, il loro impuntarsi, il loro divincolarsi, il loro agitare il muso, la loro espressione di spavento tutte le volte che uno di questi pesanti oppressori saltava con movenze rozze e grossolane su di loro. Tutto il loro parlarci con il corpo era talmente manifesto, talmente urlato, che nessuno, ma proprio nessuno, avrebbe mai potuto fraintendere.
Una gara che non ha funzionato da alcun punto di vista, una gara boicottata da questi animali che non davano affatto l’impressione della rassegnazione né, tanto meno, della complicità con il “buon padrone”. Non ci stavano, non volevano, e con tutti i mezzi che avevano a disposizione hanno cercato di ribellarsi e di resistere e di impedire quell’insignificante ingiustizia, quella squallida e dolorosa umiliazione.
Certo, non ci sono riusciti, e una ridicola pantomima dove alcuni neanche partivano mentre altri andavano nella direzione opposta, c’è comunque stata.
Una resistenza inutile?
Di certo una potente impotenza, proprio come quella che abbiamo provato nell’assistere a quest’ennesima “prova tecnica di dominio”.
“Che cosa potrei fare?” continui a chiederti.
Irrompere e impedire la gara? Liberare gli asini? Assecondare e favorire i loro tentativi? Denunciare, gridare, scrivere, mostrare l’abiezione e lo squallore di un’ingiustizia che ti coinvolge, che ti riguarda direttamente?
Tutte azioni potenti e resistenti, ma destinate a scontrarsi con la realtà di una macchina che ha sempre ragione, che gira senza fermarsi da millenni stritolando ogni corpo.
Proprio come quegli asini continuiamo a resistere e a ribellarci con i mezzi che abbiamo.
Che altro potremmo fare?
Troglodita Tribe
(Fonte: www.facebook.com/AnimalistiFvg)