Pio bove un corno: gli animali resistono, indipendentemente dal fatto che qualcuno non lo voglia ammettere.
Una collerica poesia di Primo Levi per raccontarcelo
Pio
Pio bove un corno. Pio per costrizione,
Pio contro voglia, pio contro natura,
Pio per arcadia, pio per eufemismo.
Ci vuole un bel coraggio a dirmi pio
E a dedicarmi perfino un sonetto.
Pio sarà Lei, professore,
Dotto in greco e latino, Premio Nobel, che
Batte alle chiuse imposte con ramicelli di fior
In mancanza di meglio
Mentre io m’inchino al giogo, pensi quanto contento.
Fosse stato presente quando m’han reso pio
Le sarebbe passata la voglia di fare versi
E a mezzogiorno di mangiare il lesso.
O pensa che io non veda, qui sul prato,
Il mio fratello intero, erto, collerico,
Che con un solo colpo delle reni
Insemina la mia sorella vacca?
Oy Gevàlt! Inaudita violenza
La violenza di farmi nonviolento.
18 maggio 1984
da: Primo Levi, “Ranocchi sulla luna e altri animali”, a cura di E. Ferrero, Einaudi, Torino 2014, p. 201.