L’imprevedibilità degli schiavi e la “sicurezza” degli allevatori

corral

Strumenti zootecnici: un “corral” per il blocco delle bufale in rastrelliera

“Imparare dagli errori: l’imprevedibilita’ degli animali”. Così si intitola un articolo riguardante la sicurezza sul lavoro degli allevatori, che, come spesso accade, non hanno alcun dubbio sulla capacità degli animali di ribellarsi, anche se trovano “imprevedibile”, a volte, il loro comportamento.

E’ molto istruttivo scorrere gli esempi di incidenti sul lavoro riportati dall’articolo, insieme alle norme e ai suggerimenti che sono stati elaborati per piegare la resistenza degli animali “da reddito” minimizzando il rischio per l’allevatore.

[Fonte: Puntosicuro.it]

Esempi tratti dall’archivio Ispesl Infor.mo.: incidenti nel comparto agricolo dovuti al comportamento imprevedibile degli animali. Le misure di sicurezza per la loro movimentazione.

Con l’idea che gli esempi di incidenti possano essere più immediati ed efficaci nel sensibilizzarci sui rischi nei luoghi di lavoro, proseguiamo con la nostra rubrica “Imparare dagli errori” prendendo spunto da INFOR.MO., uno strumento per l’analisi qualitativa dei casi di infortunio contenuti nell’archivio del sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
PuntoSicuro ha recentemente presentato diversi documenti relativi alla sicurezza nel comparto agricolo e zootecnico.
Se effettivamente gli incidenti in questo comparto sono in diminuzione, sono ancora in numero troppo elevato per esimerci dal mettere in atto tutte le misure preventive per evitarli o, per lo meno ridurli.
Inoltre se una delle principali fonti di incidenti sono le “macchine”, molti incidenti dipendono da un elemento spesso imprevedibile: il comportamento degli animali.
Raccogliamo alcune schede con esempi che speriamo possano essere utili agli operatori del comparto.

Il primo caso è relativo ad attività di pulizia di una stalla.
L’infortunato si “trovava nella stalla all’interno dei recinti per pulire attorno alle mucche”.
Nella stalla, dove erano presenti tre mucche gravide e due tori, “all’improvviso l’abbaiare di un cane ha fatto agitare i tori e conseguentemente le mucche”.
L’infortunato è stato colpito probabilmente da una mucca che si era slegata e, caduto all’interno del recinto, “è stato ripetutamente pestato dagli animali”.
“Il decesso è stato causato da uno schiacciamento del cranio”.
Nel secondo caso ci occupiamo di attività di allevamento e riproduzione dei cavalli.
Una donna si trovava insieme a due colleghi in un recinto per prendere una cavalla ed il suo puledro e condurli nella stalla.
La donna ed il collega si sono avvicinati lateralmente alla cavalla, “in maniera da spingerla verso la recinzione”, mentre l’altro collega si trovava posteriormente alla cavalla, a debita distanza, “con il compito di formare barriera visiva con le braccia aperte”.
“Improvvisamente la cavalla si innervosiva e girandosi di lato iniziava a scalciare, colpendo un operatore alla coscia sinistra e donna alla gola, procurandole lesioni che ne hanno determinato la morte”.
Passiamo direttamente al terzo caso relativo alla movimentazione di un toro.
Un autista di un azienda agricola si recava, insieme al suo titolare presso una ditta per la macellazione di un toro.
L’animale veniva scaricato nella stalla di sosta, un “box in cui il veterinario compie gli accertamenti sanitari necessari al benestare alla macellazione”, un box che era però privo di “sistemi di cattura quali rastrelliera catturante e corridoio di contenzione, fuga nel recinto del box e di corridoio di movimentazione”.
Nel box entrava, oltre al titolare, un altro dipendente dell’azienda, un macellaio, con una scopa, “attrezzo definito dissuasore manuale”.
Nella stalla di sosta veniva “introdotta una manza, procedura operativa finalizzata a ridurre lo stress dell’animale, oltre che prassi consolidata degli allevatori: il toro rassicurato dalla presenza della femmina seguendola avrebbe dovuto avviarsi spontaneamente” attraverso il corridoio di transito alla “rampa di carico del camion per essere trasportato al macello a circa 60 m. di distanza”.
Inaspettatamente – benché non risulti che l’animale sia stato maltrattato – il toro fino a poco prima calmo e mansueto si “rifiutava di dirigersi verso il corridoio di transito”, caricava il macellaio “colpendolo alla testa, spingendolo nell’angolo tra il muro e il cancello di separazione dei box” e causandone la morte.
In quasi tutti i casi evidenziati i comportamenti degli animali, pur determinanti nel produrre gli incidenti, sono stati definiti eventi accidentali.
Ma si tiene sufficientemente conto, nella valutazione dei rischi lavorativi, dell’imprevedibilità del comportamento animale?
Inoltre nel terzo caso, al di là del comportamento inusuale del toro, ci troviamo di fronte ad una stalla di sosta priva di sistemi di cattura (rastrelliera catturante e corridoio di contenzione), di fuga nel recinto e di corridoio di movimentazione.
Ricordiamo che nel Cd-Rom “La sicurezza nel lavoro agricolo 2008”, prodotto dalla Regione Emilia-Romagna e finalizzato ad affrontare le principali problematiche connesse al miglioramento delle condizioni di sicurezza del lavoro nel settore agricolo, nel capitolo dedicato alla “movimentazione degli animali” sono indicate diverse misure di prevenzione.
Oltre alle norme di carattere sanitario e a quelle finalizzate a garantire il benessere dell’animale, sono ad esempio utili le seguenti regole di sicurezza:
– “prevedere la presenza di almeno 2 persone; essendo soli, evitare di entrare nei box dove sono presenti animali liberi;
– è sconsigliato movimentare gli animali nelle ore più calde;
– avvicinarsi lentamente senza movimenti bruschi;
– prevedere adeguate vie di fuga con varchi di 30-35 cm (uscite, aperture rapide, passaggi d’uomo) che permettano l’uscita dell’uomo; in alternativa realizzare luoghi protetti o nicchie non accessibili agli animali;
– utilizzare corridoi di larghezza solo di poco superiore a quella dell’animale;
– utilizzare corridoi convogliatori e rampe con adeguata pendenza e con pavimento antiscivolo;
– evitare percorsi ad angolo retto o a “U”, percorsi con gradini o pavimenti scivolosi nelle aree di transito per gli animali;
– i percorsi che conducono l’animale dal ricovero zootecnico all’automezzo, devono essere opportunamente protetti tramite apposite barriere di contenimento: installare cancelli mobili e barriere di contenimento, ove necessari;
– isolare l’animale prima della cattura;
– sospingere gli animali protetti da adeguate paratoie (es.: tavole per i suini);
– sospingere gli animali verso zone con luce più intensa dopo aver aperto le porte di uscita, evitare di sospingere animali verso zone senza via di uscita, su pavimenti scivolosi o con presenza di gradini; prestare attenzione alla movimentazione su lettiera per pericolo di instabilità nell’appoggio del piede;
– gli animali devono essere condotti con ordine verso il mezzo, evitando inconvenienti (rumori, urla, ecc.) che possano spaventarli  utilizzare attrezzi stimolatori solo se indispensabile (es.: bastone, pungolo elettrico);
– è sconsigliato spostare animali in gruppo stando loro davanti  utilizzare l’animale capogruppo, aiutandosi con una campana o con una mordacchia  deve essere previsto un idoneo sistema atto a favorire l’accesso dell’animale al pianale del veicolo (ad es.: sponda solida dotata di idonea inclinazione);
– il mezzo deve avere portata idonea rispetto al carico da trasportare;
– il mezzo deve essere dotato di apposite sponde atte a contenere la pressione operata dagli animali;
– il pianale del mezzo deve essere realizzato con appositi materiali atti a favorire la facile e completa asportazione delle deiezioni animali (e le operazioni di disinfezione);
– il pianale del mezzo deve essere conformato in modo tale da impedire che le deiezioni animali possano fuoriuscire dal mezzo stesso, creando pericolo per la circolazione stradale;
– sistemare per primo, sull’automezzo di trasporto, l’animale capogruppo;
– usare sempre i Dispositivi di Protezione Individuali (guanti, tute, calzature con suole antisdrucciolo); nel settore avicolo, usare anche la mascherina;
– in caso di movimentazione del toro (carico, scarico, spostamento, fecondazione naturale…), è auspicabile la presenza di almeno 3 persone e l’uso di: mordacchia, laccio, pinze/anello nasale”.
Per consultare la scheda dell’infortunio collegarsi a questa pagina del sito web di INFOR.MO. e successivamente visualizzare le schede dei casi 69, 85 e 231.
Tiziano Menduto

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