11/11/2013
“ (…)Dopo la cattura in Islanda, Tilikum, (…) venne portato in un parco acquatico canadese insieme a due femmine. La struttura sociale delle orche è molto matriarcale e il neo arrivato ne paga le conseguenze con profonde ferite inflitte dalle due femmine. Di notte poi gli esemplari vengono rinchiusi in una vasca lunga sei metri e profonda nove. Tilikum, sebbene molto giovane, era già lungo 4,5 metri. «Al mattino vedevamo i segni del loro nervosismo e spesso c’era molto sangue – racconta uno degli addestratori pentiti -. Anche in natura possono esserci momenti di tensione fra le orche, ma lì hanno miglia e miglia per tenersi a distanza».
All’inizio Tilikum mostrava grandi capacità di apprendimento e grande disponibilità. Ma in questi 32 anni di vita, di cui 30 passati in cattività, ha già ucciso tre persone. Nel 1991 l’addestratrice Keltie Byrne, caduta nella vasca dove c’erano tre orche. Nel 1999 il 27enne Daniel P. Dukes, entrato di nascosto nella vasca e trovato nudo e morto sulla dorso del mammifero. Nel 2010, durante uno spettacolo, l’addestratrice Dawn Brancheau a cui strappò e inghiottì un braccio Ma tutte le volte i responsabili dei parchi acquatici hanno attribuito l’accaduto alla fatalità o a errori degli addestratori, mai all’aggressività dell’animale. «Quando un animale dimostra un atteggiamento così aggressivo, normalmente non viene fatto riprodurre» spiega Samantha Berg, ex addestratrice della Sea World, in Italia per la proiezione del documentario (Blackfish).
Ma per il business questo non è importante: è un esemplare perfetto per la riproduzione e molte delle orche presenti nei parchi acquatici statunitensi sono nate grazie al suo seme. Anche per questo, sebbene malato per i danni della cattività, viene tenuto in vita e non viene liberato da questo destino.”
Fulvio Cerutti
(laStampa.it)
(da Blackfish)
L’ira delle orche: VIDEO di quattro aggressioni (GeaPress)