Samir era ‘di proprietà’ di una coppia che lo teneva segregato insieme ad altre tigri,
leopardi e ad alcuni piccoli prigionieri da loro generati.
Le foto raccontano lo squallore di questa detenzione (e di tutte le altre).
La frustrazione, in questi stretti cerchi di passi, all’improvviso esplode,
diventa ribellione.
Infrange e dilania una quotidianità inaccettabile.
Da oltre le sbarre la voce si alza, deflagrante, terribile.
Ad una prima aggressione delle tigri al loro carceriere, segue la seconda, che è fatale.
Qui la notizia (laRepubblica.it)
Samir viene trasferito allo zoo di Fasano.
E’ giovane e sano, ma diventa apatico.
E’ assordante il ruggito di una tigre che muore nel sonno.