Intimidazione fascista e aggiornamenti dalla frontiera italo-svizzera

18 luglio 2016

INTIMIDAZIONE FASCISTA E AGGIORNAMENTI DALLA FRONTIERA ITALO-SVIZZERA

Dalle scorse settimane, alla stazione FS di Como San Giovanni, hanno iniziato ad accamparsi numerosi migranti che provano a passare il confine italo-svizzero ma vengono continuamente respinti.

Nella notte tra il 15 e il 16 luglio si è verificata un’intimidazione fascista. Oltre ad una quarantina di migranti, erano presenti 5 solidali; verso le 2.00 da una macchina parcheggiata sono scesi tre soggetti, riconosciuti come appartenenti all’area dell’estrema destra comasca, che stavano appoggiati all’auto impugnando delle spranghe e rivolgevano ai presenti sguardi e gesti minacciosi. Poco dopo è arrivata una seconda macchina, a targa tedesca, con a bordo altri quattro nazisti che sono stati identificati e perquisiti dai carabinieri che nel frattempo erano passati dalla stazione a bordo di una volante. Da questo momento, per circa un paio d’ore, quattro macchine hanno continuato a ronzare in stazione e nei dintorni, seguendo i solidali che provavano ad allontanarsi e prodigandosi in saluti romani e insulti vari nei confronti di chi era presente.

Anche se questa volta nessuno si è fatto male, è evidente che i gruppi di estrema destra della zona sono interessati alla situazione; pensiamo sia un fatto grave a cui bisogna rispondere prima che sia troppo tardi: i recenti fatti di Fermo e Savona non fanno presagire nulla di buono. Da sabato è quindi presente in stazione, per tutta la notte, un gruppo di compagni e solidali che presidia il piazzale a fianco dei migranti. Anche la polizia è all’erta: da sabato rimangono fisse una camionetta di celere e un paio di macchine di digos.

La situazione è in continuo movimento: ogni giorno arrivano persone diverse che provano a prendere i treni per Chiasso ma vengono puntualmente respinte. Il 13 luglio sono avvenute delle deportazioni: due pullman della Rampinini, hanno portato all’hotspot di Taranto (facendo tappa a Bolgona) circa 200 persone. Ogni sera, in molti tornano in stazione a Como per passare la notte; ieri, domenica 17 luglio, erano presenti circa 150 migranti. Chi arriva in stazione a Chiasso viene “raccolto” all’interno di reti metalliche disposte per formare un gabbione, poi si procede con lo smistamento: c’è chi viene respinto subito e rispedito in Italia, oppure chi viene portato a Coldrerio, passa la notte in un bunker, e viene riportato a Como la mattina dopo con dei furgoni sui quali le guardie ti legano le gambe. Le guardie di confine ignorano le richieste di asilo usando come pretesto la lingua: parlano solo tedesco e non capiscono cosa richiedono i migranti.

Negli ultimi giorni, i controlli si sono spinti fino a Zurigo: mentre inizialmente i respingimenti venivano eseguiti da Chiasso e dal Ticino, ora c’è chi viene riportato in Italia anche da zone più a nord. Sulla linea dei treni TILO, che passa dalle FS italiane alle FFS svizzere, avviene un controllo capillare con l’uso non solo di sbirri che presidiano le stazioni e i treni, ma anche di telecamere che permettono di vedere dove salgono i migranti e sapere esattamente dove saranno sui treni. Anche sui treni Trenord, i controllori, aiutati da militari dell’esercito e sbirri in borghese, fanno scendere i migranti. Per sorvegliare le zone di confine sono aumentate le telecamere, sono stati disposti dei nuovi fari per l’illuminazione e i sentieri vengono monitorati con l’utilizzo di droni. Nei prossimi giorni seguiranno aggiornamenti e appuntamenti.

Alcuni nemici e nemiche delle frontiere

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Antipsichiatria e resistenza animale – con Giuseppe Bucalo

trattamento dell'atassia nervosa alla Salpetriere

Antipsichiatria e resistenza animale

a cura di resistenzanimale.noblogs.org, con Giuseppe Bucalo

Testo del workshop svoltosi durante l’XI Incontro di Liberazione Animale (2015). La trascrizione contiene la relazione di Giuseppe Bucalo e il successivo dibattito.

 

Follia e resistenza come variabili anarchiche che sparigliano i giochi di una presunta normalità: come gesti originari e costitutivi, come fattore imprevedibile, come livello precategoriale che rimane estraneo alla storia, ma che al tempo stesso la instaura e la rende possibile. Le ragioni del paradigma produttivo, complesso e gerarchizzato richiedono preparazione dell’individuo alla funzionalità. Declinazioni e collegamenti tra pedagogia sociale e addomesticamento, tra segregazione e contenimento diretti a quanto disturba e compromette il regolare fluire dell’ordinario.

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Ripresa dopo una settimana

Pontresina, Canton Grigioni (CH), giugno 2016

Si chiama Ilana la mucca evasa insieme ad una compagna nei Grigioni. Di loro abbiamo parlato (qui) qualche giorno fa. Ilana è stata latitante per più di una settimana nei boschi dell’Engadina sfuggendo tenacemente ai vari tentativi di polizia e guardacaccia di catturarla.

QUI la notizia (ticinonews.ch)

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Toro evade dal macello

Mileto (Vibo Valentia), 2 luglio 2015

Un toro è riuscito ad evadere dal macello. Dopo una corsa di chilometri, è stato costretto ad entrare nel campo di calcio. Un’arena vuota per quella implacabile corrida che si scatena ogni volta che un animale cerca di scappare ai suoi oppressori. Li sono riusciti a ricatturarlo e a riportarlo al mattatoio.

QUI la notizia (21righe.it)

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Aggredisce e uccide

Benidorm, Spagna, luglio 2016

Tra gli animali reclusi negli zoo e i loro carcerieri che li ‘accudiscono’ non ci possono essere spazi condivisi, zone di contatto. Lo spazio è progettato e costruito per contenere, allontanare, inibire lo scatenarsi dell’aggressività frustrata ma sempre latente. Basta però una fatale dimenticanza, uno sportello che rimanga socchiuso, e la rabbia si scatena.

Qui la notizia (ilmessaggero.it)

 

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Evasione dallo zoo

 

Regno Unito, luglio 2016

Condotta la sera prima a continuare la sua vita in reclusione in uno zoo nel Devon, una lince chiamata Flaviu è riuscita a evadere rosicchiando un muro. È tuttora latitante.

QUI la notizia

Stock picture of a lynx similar to the one that has escaped from Dartmoor Zoo, Devon. See SWNS story SWLYNX; A lynx is on the loose in the English countryside after digging its way out of its new zoo enclosure. The animal had only been delivered to Dartmoor Zoo near Plymouth, Devon, the night before it disappeared. Staff discovered it was missing when they checked to see how it was settling into its new home yesterday (Thur). Thirty staff and volunteers extensively searched the 33-acre zoo's grounds and concluded it had managed to escape.

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Estrema resistenza

Teruel, Aragona, luglio 2016

Dopo aver attaccato e torturato il toro come il rito infame della corrida prevede, il giovane torero sorridente aveva alzato le mani sporche di sangue verso la folla, chissà se consapevole o meno di quei palmi rossi di vita non sua. Poi è stato il suo sangue a sgorgare. Quel toro trafitto e straziato non era solo elemento necessario al folle gioco del dimostrare la supremazia umana. Era un individuo pronto a difendersi e a vendere cara la pelle. E stavolta ha vinto lui, se di vittoria è ammissibile parlare. Poi l’avranno finito, accecati di dolore e di vendetta per un finale per loro inammissibile. Dicono che la ‘sfida’ è alla pari. Ma a morire dev’essere sempre il toro.

Qui la notizia (il mattino.it)

il video

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Curiosa e distratta…

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da corriere.it: “Pecora curiosa e un po’ distratta, e protezione civile, polizia locale e vigili del fuoco hanno dovuto provvedere con un’operazione di salvataggio in piena regola. È successo a Segrate, nell’area ex Boffalora dove una pecora, sfuggita al controllo del pastore che in questi giorni gira con un gregge numeroso, è incappata in un tombino aperto. L’animale, spaventato e incapace di liberarsi da solo, è stato notato da un passante che ha sentito i penosi lamenti uscire dalla tubatura. Avvisata protezione civile e polizia locale, la pecora è stata rifocillata e all’arrivo dei vigili del fuoco, liberata e riconsegnata al pastore”

Viene quasi dato per scontato che si tratti di “curiosità” o di “distrazione”. Probabilmente non sapremo mai l’esatta motivazione di quanto successo, ma sembra proprio impossibile – per una società abituata a usare gli animali come corpi da spostare, uccidere, vendere – concepire la più banale delle pulsioni: gli schiavi talvolta cercano di fuggire. Il linguaggio, invece, compie delle vere e proprie capriole, e così la riconsegna a chi la sfrutterà fino alla fine dei suoi giorni viene etichettata come una liberazione.

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“Abbiamo deciso che la vostra parola non vale niente”

Riserva Indigena di Xingu, Brasile, giugno 2016

Ecco il discorso del Capo Tribù dei Mebengore Kayapò di Xingu:

”Voi non avete nessun diritto di distruggere il nostro fiume. 
Le madri di Xingu non lo permetteranno.
Abbiamo deciso che la vostra parola non vale niente. 

La conversazione è finita. Noi, i mebengôre kayapó, abbiamo deciso che non vogliamo un solo centesimo dei vostri soldi sporchi.
Non accettiamo una qualsiasi altra diga sul territorio Xingu. 

Il nostro fiume non ha un prezzo, non è in vendita, il  pesce che mangiamo non ha un prezzo, e la felicità dei nostri nipoti non ha prezzo. 
Non potremo mai smettere di combattere.

La Xingu è la nostra casa e voi non siete i benvenuti qui”.

Nel corso degli ultimi 100 anni in Brasile, i popoli indigeni,  sono stati derubati di gran parte della loro terra per far spazio ad una vasta rete di allevamenti di bestiame e piantagioni di soia e canna da zucchero. Oggi molte comunità vivono ammassate in riserve sovraffollate, mentre altre sono accampate sotto teloni di plastica sui cigli delle superstrade.

(Fonte: www.conoscenzealconfine.it)

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Sfuggite al controllo, una ancora latitante

Pontresina, canton Grigioni (CH), 20 giugno 2016

Sono evase dal camion su cui venivano trasportate secondo le consuetudini di gestione della loro vita perennemente sotto controllo. La loro corsa nel paese ha gettato tutti nella ‘paura’ ma bisognerebbe dire nello sconcerto di fronte alla manifestazione di una volontà  ‘altra’. Anche in un contesto apparentemente bucolico come questo ci sono schiavi che si ribellano.

QUI la notizia

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