Viterbo, 6 aprile 2017
Un elefante cammina lentamente nelle strade di Viterbo, trova qualcosa nei rifiuti, prosegue fino a quando non viene fermato.
Come Salomone, giunto dall’India per stupire le folle : “Procedeva l’elefante con il suo passo misurato, senza premura, il passo di chi sa che per arrivare non sempre è necessario correre. All’improvviso una bambina sui cinque anni […] si staccò dalla mano della madre e corse verso l’elefante. Un grido di spavento uscì dalla gola di quanti si accorsero della tragedia imminente, le zampe dell’animale che travolgevano e calpestavano il povero corpicino,[…] un lutto, una terribile macchia di sangue nello stemma della città. Significava non conoscere salomone. Avviluppò con la proboscide il corpo della bambina come se l’abbracciasse e la sollevò in aria come una nuova bandiera, quella di una vita salvata all’ultimo istante, quando ormai era perduta”
Josè Saramago, Il viaggio dell’elefante
(Fonte: www.viterbonews24.it)